Apple e l’automobile: una telenovela tecnologica che per circa due anni ha tenuto banco, nelle cronache hi-tech e in quelle dei motori, tra rumors, non si sa quanto pilotati da Cupertino, informazioni attendibili e soprattutto iperboli dei giornali online e offline sull’auto che guida da sola (o quasi). Dopo mesi e mesi di tormentoni privi di conferme sulla iCar e sul mai dichiarato ufficialmente Progetto Titan, Apple ha fatto il primo passo ufficiale con una lettera mandata all’Nthsa (l’ente sulla sicurezza stradale Usa) annunciando di aver allo studio un’auto a guida autonoma o semi autonoma e contestualmente chiede “correttezza” nella concorrenza per fare in modo che gli ultimi arrivati nel settore dell’auto non sia penalizzatati nei confronti dei grandi costruttori tradizionali.
In pratica Apple chiede all’Nhtsa un atteggiamento morbido sulle regole per favorire l’innovazione. Su questo bisogna essere fermi: la sicurezza stradale non negoziabile e non pu essere condizionata da esigenze che siano diverse da quelle della massima protezione delle persone. Non si pu infatti correre il rischio di essere spregiudicati come fa ad esempio Tesla con il suo sistema che battezzato “Autopilot” induce molta confusione sulle sue reali capacit. Gi, perch Tesla non fa auto che guidano da sole, ma vetture (elettriche) con un sofisticato sistema (optional) di ausilio alla guida analogo a quello offerto, per esempio da Mercedes su Classe S o da Bmw sulla nuova Serie 5.
Apple, dunque, ha fatto un passo ufficiale, ma quello che strano, per non dire sospetto, che lo ha fatto dopo che a settembre prima erano giunte indiscrezioni circa un non ufficialmente dichiarato interesse di Cupertino ad acquistare la McLaren inglese e dopo che a ottobre si apprese che il cosiddetto Progetto Titan stato cancellato e si inizi a credere che Apple possa aver capito che fare una macchina non come progettare e vendere uno smartphone e che puoi avere tutti i soldi del mondo, ingegneri prelevati dalle migliori aziende ma il tempo non lo puoi comprare. Non puoi saltare le tappe dello sviluppo di un oggetto complesso ben di pi di un telefonino. Neanche se sei Tim Cook. Neanche se sei una Apple magica e meravigliosa. Tuttavia Apple con tutta la cassa che ha (oltre 230 miliardi) qualora decidesse di fare la mossa certo azzardata di entrare nel settore automotive con una vettura a marchio proprio , potrebbe comprare con poco sforzo una casa automobilistica.
La lettera all’Nhtsa riapre la partita e si pu supporre di nuovo, vista l’assenza di comunicazioni ufficiali, che la multinazionale guidata da Tim Cook si concentrer su hardware e software per l’automobile in due settori: quello dell’infotainment (pi vicino alla cultura tecnica della Mela) e quello delle soluzioni per l’automatizzazione della guida, diventando un fornitore di componenti alla stregua di aziende che questo lo fanno davvero come Bosch e andando a competere con Google che da anni sta conducendo test per sviluppare una tecnologia per la guida autonoma. Apple potrebbe competere anche con il chipmaker Nvidia che, giusto per fare un esempio, lavora con Audi sull’autonomus driving vero cio quello delle automobili che si progettano, si costruiscono e si comprano e non di quelle che si immaginano sui giornali come le macchine robotizzate, addirittura senza guidatore, di Uber e di Lyft che sanno tanto di operazioni di marketing. Va detto che su questo settore, di estremo interesse, le case automobilistiche “tradizionali” stanno lavorando e portando risultati (anche in termini di prodotti veri) ma spesso sui media Usa vengono riportati solo i proclami di chi le auto le immagina e non le fa.
Torniamo a Apple e dello sbarco nell’auto (diretto o indiretto). Va detto che la casa di Cupertino si trova a fronteggiare una “crisi tecnica e culturale”. La casa della mela dipende grandemente da un solo prodotto: l’iPhone ma questo non sta evolvendo ed arretrato rispetto alla concorrenza per certi aspetti come i display. Apple continua a proporre schermi Lcd Ips, mentre i concorrenti pi blasonati (storicamente Samsung) usano sofisticati display Amoled che si suppone saranno usati nell’iPhone 8 in uscita a settembre 2017. Ma a preoccupare soprattutto il mercato degli smartphone, vicino alla saturazione e con una propensione di spesa che si concentra sempre pi su modelli (di brand cinesi come Huawei) di prezzo medio pi basso. Insomma Apple deve decidere cosa fare in futuro: ha tanti soldi e una capitalizzazione formidabile ma seduta su le sabbie mobile di un mercato meno governabile rispetto al passato.
Inoltre, nelle ultime settimane, proprio nel settore dei sistemi di infotainment per l’automobile, Samsung ha fatto una mossa che ipoteca seriamente lo sbarco di Apple nel settore delle connected car. La casa coreana ha comprato (per 8 miliardi) il colosso Harman entrando di peso nel settore dei sistemi per l’intrattenimento di bordo, la navigazione e le soluzioni per le connected car.
Harman produce impianti di primo equipaggiamento come i sistemi Uconnect usati da Fca ed fornitore di molte case automobilistiche che utilizzano i suoi impianti per le auto connesse. Con questa mossa Samsung si lancia in un settore importante e strategico e dove non era presente al contrario della connazionale LG, quello dei sistemi di infotaiment per auto e delle soluzioni per le auto connesse nonch dei sistemi di integrazione tra smarphone e automobile dove harma produce dispositivi compatibili con Android Auto e Apple Car Play (ebbene s ora Apple dovr parlare con la rivale anche in questo settore). Ma non solo l’acquisizione di Harman porta in casa Samsung un sacco di marchi molto noti nel mondo dell’audio domestico e nel “car stereo”: harman/kardon, Jbl, Mark levinson, Infinity, Lexicon. Insomma Samsung sbarra la strada a Apple nella strada della conquista dello “schermo dell’auto” e Apple rilancia direttamente sull’intera automobile.
La telenovela della iCar non finita ma di certo una vettura Apple non la vedremo presto e intanto nel settore delle elettriche a guida autonoma stanno entrano anche Mercedes con la prospettata gamma EQ e Volkswagen con il progetto I.D.
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