AGI – Aperta la Porta Santa della basilica di Santa Maria Maggiore. A officiare la celebrazione il cardinale Rolandas Makrickas, arciprete coadiutore della Basilica. Santa Maria Maggiore è una Basilica molto cara a Papa Francesco. Qui infatti il Pontefice si reca prima e dopo ogni viaggio internazionale per pregare l’icona di Maria Salus Populi Romani. È la terza Porta Santa di una Basilica Romana ma è la quarta Porta Santa aperta a Roma. Papa Francesco infatti, dopo aver, il 24 dicembre, aperto la Porta Santa di San Pietro e dando quindi il via ufficiale al Giubileo della speranza, ha voluto aprire una Porta Santa – evento storico – nel carcere di Rebibbia, il 26 dicembre. Domenica scorsa, 29 dicembre, è stato il vicario di Roma, il cardinale Baldo Reina, ad aver aperti la Porta Santa a San Giovanni in Laterano. L’ultima apertura è prevista domenica 5 gennaio alle 10 a San Paolo Fuori le Mura.
La Porta Santa della Basilica di Santa Maria Maggiore è un’opera contemporanea di Luigi Enzo Mattei. Sulle ante è scritto “Mater Dei” e “Mater Ecclesiae” (“Madre di Dio” e “Madre della Chiesa”). La Basilica è il più antico santuario mariano della Città Eterna e dell’intero Occidente. Essa è legata al mistero dell’Incarnazione: al suo interno sono conservate le reliquie della mangiatoia di Betlemme. E la Basilica è legata anche al miracolo della neve del 5 agosto del 358. La leggenda vuole che la Madonna apparve in sogno a un nobile patrizio di nome Giovanni chiedendogli di costruire una chiesa nel punto dove avrebbe trovato neve fresca. Effettivamente il giorno dopo, sul colle romano dell’Esquilino, si verificò il prodigio e una candida coltre di neve ricopri’ l’area dove oggi sorge la Basilica di Santa Maria Maggiore.
Fu costruita subito dopo il Concilio di Efeso – che nel 431 aveva definito la divina maternità di Maria – fu donata da papa Sisto III (432-440) al popolo di Dio: Xystus episcopo plebi dei. La scritta campeggia sull’arco trionfale all’interno della Basilica e testimonia la diretta partecipazione del vescovo di Roma al primo e maggiore tempio mariano. A differenza di quanto fino ad allora era accaduto, infatti, l’iniziativa di costruire un edificio di culto non era nata dagli imperatori ma direttamente dal popolo che, sollecitato dal Papa, aveva generosamente partecipato alla sua costruzione. Un legame che diventa vincolo nella secolare tradizione della Chiesa di Roma.
“Maria è l’arca sicura in mezzo al diluvio”
“Dove la Madonna è di casa, il diavolo non entra”. Cosi’ il cardinale Rolandas Makrickas nell’omelia della messa celebrata nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in occasione dell’apertura della Porta Santa. “Dove c’è la Madre il turbamento non prevale, la paura non vince. Chi di noi non ha bisogno di questo? Chi di noi non è talvolta turbato o inquieto? Quante volte il cuore è un mare in tempesta dove le onde dei problemi si accavallano e i venti delle preoccupazioni non cessano di soffiare. Maria è l’arca sicura in mezzo al diluvio”, ha sottolineato, ricordando che “non saranno le tecnologie a darci conforto e speranza ma il volto della Madre di Dio. Le mani di Maria accarezzano la nostra vita, il suo manto ci protegga e ci ripara”.
“Il tempo acquista la sua pienezza quando è unito all’eternità, al tempo infinito di Dio. Il tempo è una grande creatura di Dio”, ha continuato l’arciprete coadiutore. “L’uomo spesso e in diversi modi ha voluto aumentare o perfezionare il tempo con le nuove tecnologie ma ogni suo tentativo si risolve sempre nella sua perdita o in quella che potremmo definire la stanchezza del tempo. Basti pensare ai computer o ai telefonini progettati per salvare o arricchire il nostro tempo, ma che diventano spesso i suoi peggiori nemici. Non ci si può invece sentire mai sperduti, persi o stanchi nel tempo vissuto con Dio”.
Il cardinale Makrickas ha ricordato che “i primi passi dei pellegrini dell’Anno Santo in questa Basilica dedicata alla Madre di Dio sono stati accompagnati dal suono dell’antica campana di questo santuario, detta ‘della Sperduta'”. Fin dal primo Giubileo della Chiesa “essa continua sino a oggi a diffondere il suono per tutta la Città Eterna a conforto di ogni pellegrino”. “Ogni pellegrino che varcherà la soglia della Porta Santa in questo primo santuario mariano d’Occidente, durante l’Anno Giubilare, si disporrà in preghiera di fronte all’icona della Madre di Dio, ‘Salus populi romani’ e alla Sacra Culla di Gesù, e non potrà uscire di qui senza avvertire una sensazione profonda e particolare, sensazione e certezza che la Madre Celeste è con lui. Ognuno ripartirà da qui con la sicurezza di essere accompagnato dalla grazia, dalla protezione, dalla cura e dalla tenerezza materna di Maria” perché “nessuno meglio della madre conosce i tempi e le urgenze dei figli”.
“Da 1600 anni – ha continuato – questa Basilica papale si propone così: di essere come la stella di Betlemme che diffonde l’annuncio angelico rivolto ai pastori: ‘Non abbiate paura ma mettetevi in cammino verso il Signore'”. “Chiediamo la grazia – ha aggiunto – che questo anno giubilare ci muova e ci spinga a camminare verso il Signore, con una preoccupazione autentica e sincera per i nostri cari, per i nostri poveri, per i malati, per quelli che hanno smarrito la strada della verità, della gioia e della pace. Tutti senza distinzione siamo chiamati a questa identica speranza. Tutti possiamo camminare in questa strada di speranza gioiosa, tutti. E Maria è accanto a tutti, nessuno escluso. Come una mamma, lei ama tutti i figli e se ne prende cura”, è “la più affettuosa delle mamme che mai abbandona i suoi figli”. “Affidiamo a Lei le nostre vite, il nostro tempo”, ha concluso il cardinale Makrickas.