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Angelo Moratti: “L’Africa avrà un futuro florido, aiutiamo i suoi imprenditori”

Ott 26, 2021

AGI – Aiutare gli imprenditori africani a crescere, staccandoli da una logica legata all’imprenditoria di sussistenza e creando attorno a loro un contesto tale da far prosperare le aziende e garantire un futuro florido al continente, grazie anche a nuovi modelli legati a sostenibilità e inclusione. È questa la mission di E4Impact, fondazione nata per iniziativa di Altis, l’alta scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica, con il supporto di associazioni, grandi aziende e imprenditori italiani e non solo. A fare il punto con Agi è Angelo Moratti, membro del Comitato di indirizzo strategico della fondazione, oltre che presidente della giuria del Gian Marco Moratti Award, un premio organizzato dall’ente e dedicato alla memoria del padre.

“Vogliamo formare una classe imprenditoriale che possa far emergere il continente africano”, spiega Moratti, prendendo a riferimento da un lato il modello dell’Italia degli anni ’60, quella del boom economico, e dall’altro quello della Silicon Valley. “Da un lato, come fu nel nostro Paese, c’è il coraggio di giovani imprenditori: in Africa ce ne sono moltissimi, c’è un tasso di imprenditorialità del 22%, il più alto al mondo. Dall’altro solo il 44% di loro lo è per opportunità, la maggior parte agisce ancora con una logica di sussistenza”, sottolinea.

Per cambiare questa dinamica serve “un ecosistema che li porti ad avere successo: e qui entra in gioco il modello Silicon Valley, con forti scambi fra le aziende, le università, un tessuto finanziario e un supporto governativo“.

L’impegno di E4Impact, continua Moratti, “è aiutare l’Africa a replicare quel modello, portandola a fare il salto necessario per diventare un continente florido”. 

Al Gian Marco Moratti Award, che, nell’edizione 2021, ha avuto come focus l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile numero otto dell’Agenda Onu 2030, “Lavoro dignitoso e crescita economica”, quest’anno hanno partecipato 23 aziende che complessivamente hanno creato 948 posti di lavoro diretti, di cui il 45% donne, e oltre 6000 posti di lavoro indiretti.

“Possiamo prendere esempio da quello che succede in Africa, dove nell’imprenditoria il ruolo delle donne è molto più importante di quello italiano: il Continente è un terreno fertile dove sta nascendo una generazione di capitani d’impresa sotto la stella del ‘give back’. Creando una nuova classe imprenditoriale da zero c’è la possibilità di creare modelli di azienda che non siano fondati solo sul profitto, ma che abbiano anche un impatto positivo sull’ambiente e un ruolo sociale. Sono concetti molto più circolari rispetto a quello che c’era volta”, aggiunge Moratti.

A essere premiati quest’anno sono stati Innovation Eye Centre (Kenya), un ospedale oftalmico che offre cure accessibili e di qualità, e Fanset International (Zimbabwe), un’azienda di logistica che offre soluzioni IoT. 

Più in generale E4Impact, che ha coinvolto nei suoi corsi di formazione quasi 3.200 giovani imprenditori di cui il 33% donne, in 19 paesi fra cui Kenya, Uganda, Etiopia, Zimbabwe, Sudan, Senegal, Sierra Leone e Ghana: ad oggi, il 73% degli ex allievi ha un business attivo e, complessivamente, più di 10.000 posti di lavoro sono stati creati.

Ma la fondazione sta anche facendo da ponte fra aziende italiane e aziende africane.

“Nessun azienda che operi oggi su scala globale può fare a meno di aver a che fare con il mondo africano, e quindi è molto importante che ci sia un’intesa fra il nostro Paese e quelli del continente. Ad oggi sono già 12 le imprese che hanno concluso con successo con la fondazione il percorso di ingresso nel mercato africano”, ha detto ancora Moratti.

Per gli imprenditori del Continente, inoltre, E4Impact ha organizzato delle attività di ‘mentorship’: “grandi e affermati capitani d’azienda italiani si sono messi a disposizione per raccoltare le proprie esperienze, un passaggio fondamentale per un imprenditore in una fase di crescita”.

Assieme all’Università Cattolica, poi, la fondazione ha portato anche all‘Expo di Dubai le proprie esperienze: “abbiamo raccontato un’Africa dove, grazie alla formazione, si sta formando un nuovo modo di fare impresa, con un forte impatto sociale per il futuro di quella terra”. 

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