AGI – Dice Gianni Morandi: “Impossibile farlo arrabbiare, sorride sempre, anche se gli fanno una cattiveria”. Dice Francesca Fagnani che ha provato a sminuzzarlo nelle sue fauci di belva sul palco: “Ho cercato ovunque, non ha uno scheletro nell’armadio”. Dice lui, di sé, tra i fuochi e le fiamme della conferenza stampa sull’esibizione di Fedez: “Fin da ragazzino, quando andavo a scuola, ero pronto a sistemare le cose anche se non sono mai stato disposto a seguire la corrente per questioni di comodo. Ho fatto judo, che è una disciplina di difesa, non attacco e rispetto sempre il lavoro delle persone e di quelli che non la pensano come me”.
“Estremamente normale”: Amadeus si è scelto questo abito in un mondo di cacciatori di ‘specialità’, lo ha voluto ribadire anche oggi a chi gli chiedeva se si fosse trasformato da “democristiano a condottiero” perché ha invitato Matteo Salvini a cambiare canale e a guardarsi un film coi figli se non gradisce il festival. Solo che essere “normale” se tutti attorno vogliono essere speciali ti fa sembrare un alieno.
Così mentre psicologi, educatori, ‘ditini’ puntati digitali, politici, esperti di diritto che conteggiano possibili pene, massacravano il ragazzo Blanco colpevole di ‘rosicidio’ pluriaggravato, lui gli ha messo una mano sulla spalla, lo ha rimproverato con ironia e gli ha chiesto di cantarla di nuovo la canzone delle rose distrutte che non era riuscito a intonare per colpa di un errore tecnico della Rai.
“Ha chiamato e mi ha chiesto scusa, non chiede di essere perdonato ma di essere capito. E’ un ragazzo di talento, tra pochi giorni compirà 20 anni e credo che dobbiamo accettare le sue scuse con serenità”. L’hanno criticato perché sarebbe stato blando, avrebbe dovuto punirlo di più. Di più come non si sa e ha anche ammesso candidamente che non era proprio tutta ira del suo sacco quella di Blanco perché “un calcio alle rose era previsto”, poi ha un po’ sgretolato i margini delle pagine del copione ma vabbé, succede.
Poi ha indossato l’impermeabile di gomma spessa, quello per le giornate di pioggia fitta, dopo che i vertici della Rai si sono dissociati “nettamente” dallo show di Fedez per avere strappato la fotografia del viceministro Galeazzo Bignami vestito da gerarca fascista e per altri pallini di pistola seminati in scena dal rapper.
Non che l’abbia difeso, questo no. Si capiva che non gli era piaciuta molto la performance sanguinaria però ci ha tenuto a dire che “non mi sono scandalizzato” e comunque ha detto una cosa normalissima che si è stagliata come una gigantesca colomba di pace: “C’è totale libertà di parola, però è importante che ognuno si assuma la responsabilità di ciò che dice”.