AGI – Ad Altopascio, paese toscano di 15 mila abitanti in provincia di Lucca, non si paga l’Iva sugli assorbenti femminili e sugli altri prodotti essenziali legati al ciclo mestruale. In attesa di una legge nazionale che abbatta la cosiddetta “Tampon tax”, ovvero l’Iva sugli assorbenti femminili che al momento in Italia è al 22 per cento, l’amministrazione D’Ambrosio e la farmacia comunale, che ha sede a Badia Pozzeveri, vogliono fare da apripista. Avviata una vera e propria campagna di sensibilizzazione per spingere anche altre realtà commerciali, a partire dalla grande distribuzione, a eliminare o ridurre drasticamente la tassazione – oggi molto elevata – su beni essenziali.
“Una tassazione al 22 per cento su prodotti essenziali per le donne – spiega la sindaca, Sara D’Ambrosio – è un’ingiustizia, che dovrebbe essere eliminata a livello nazionale. Nel frattempo noi ci siamo voluti attivare e lo abbiamo voluto fare con la nostra farmacia comunale: insieme lavoriamo per portare avanti politiche socio-sanitarie a favore del nostro territorio e questa iniziativa si inserisce in questo ambito. La nostra volontà è di dare un segnale, dare l’esempio, sperando che anche altri lo seguano: avere le mestruazioni non è una scelta. Per questo ringrazio Roberto Marchetti, il dottor Giannini e le farmaciste per la sensibilità, l’attenzione e l’impegno nel mettersi subito a disposizione di questa iniziativa, adottarla e renderla immediatamente fruibile per le loro clienti”.
Dello stesso avviso il presidente di Farmacie Altopascio srl, Roberto Marchetti. “Mi sembra molto importante che la farmacia comunale recepisca concretamente questo messaggio e apra la strada per abbattere la tampon tax. Vogliamo mettere in evidenza un fatto semplice: le necessità non possono essere tassate. E quindi abbiamo deciso di coprire il costo dell’Iva. E’ una scelta che si inserisce nell’obiettivo generale, come farmacia comunale, di rappresentare sempre più un presidio sanitario e sociale per il nostro territorio”.