AGI – Le filiere di eccellenza dei settori della moda, dei motori, dell’alimentare, dell’ospitalità e del design si sono dati appuntamento a Roma per celebrare la Giornata Altagamma 2024, alla presenza del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, dell’Ambasciatore e Commissario Generale per Expo 2025, Mario Vattani. Per l’occasione è giunto anche un messaggio del ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani che ha ricordato come “la valorizzazione di questo straordinario patrimonio è al centro della diplomazia per la crescita. Fin dall’inizio del mandato, l’internalizzazione è al centro dll’azione del ministero degli Affari Esteri che passa anche attraverso la partecipazione ai grandi eventi internazionali” e “Expo 2025 a Osaka è centrale nella sua strategia e nei sei mesi di esposizione il padiglione Italia sarà l’avamposto del nostro paese”. In questa occasione è stato siglato dal Presidente di Altagamma, Matteo Lunelli e dal Commissario Generale per Expo 2025 Osaka, l’Ambasciatore Mario Vattani, il Protocollo di Intesa che mira ad agevolare, in occasione dell’evento, la partecipazione e i progetti di promozione e di comunicazione delle Imprese Altagamma e del comparto.
“L’arte genera vita” sarà il titolo del nostro padiglione a Osaka, uno strumento per raccontare la nostra eccellenza e i nostri marchi già conosciuti in Asia. Il Giappone è considerato un trend setter per tutta l’Asia e quindi è molto importante per noi” – ha ricordato Vattani.
La Fondazione Altagamma, nata nel 1992, accoglie 119 brand dei 7 settori della moda, del design, della gioielleria, dell’alimentare, dell’ospitalità, dei motori e della nautica con la mission di contribuire alla crescita e alla competitività delle imprese dell’industria culturale e creativa italiana, offrendo così anche un contributo allo sviluppo economico del Paese. L’alto di gamma rappresenta un’industria da 144 miliardi di euro, in Italia, e fornisce un contributo al PIL del 7,4%. La quota dell’export è di circa il 50%. Coinvolge 1.922.000 occupati, diretti e indiretti, pari all’8,2% dell’occupazione italiana.
Un settore che il ministro Urso ha definito “importante per il sistema Italia” e che nel corso della mattinata, con i rappresentanti dei vari brand, si è interrogato sul futuro e sulla centralità dei giovani per trasmettere quel bagaglio di competenze che rende unico il Made in Italy nel mondo. Secondo i dati elaborati dalla Fondazione con Unioncamere , relativi alla previsione dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine, si stima che le imprese in circa il 50% dei casi avranno difficoltà a reperire le figure professionali di cui hanno bisogno, pur in un contesto di disoccupazione giovanile che si attesta intorno al 20%. Un fabbisogno di talenti in crescita rispetto alle stime elaborate nel 2019, quando si prevedevano 236mila unità, a dimostrazione che l’intero comparto è in crescita, anche grazie all’impatto positivo del Pnrr.
“Alla luce del fabbisogno occupazionale di 276.000 profili per i prossimi cinque anni, la formazione di nuovi talenti dev’essere la priorità per tutto il comparto manifatturiero italiano, un patrimonio di cultura imprenditoriale, Saper Fare artigianale e tecnologico, bellezza e italianità che vogliamo preservare”, ha commentato Matteo Lunelli, Presidente di Altagamma che ha agigunto che “l’obiettivo comune di Imprese, Associazioni e Istituzioni deve essere quello di costruire un ecosistema virtuoso in cui il lavoro manifatturiero diventi un’ambizione per i giovani e in cui il sistema formativo sia in grado di assicurare le corrette competenze e le soft skill”.
A fronte di questi fabbisogni, le imprese mostrano difficoltà nel reperire il personale ricercato nel 45% dei casi, soprattutto per la mancanza di candidati. Nel 2023 i settori che hanno denunciato le maggiori difficoltà sono stati quello del Design (57%) e dei Motori (55.9%), seguono Ospitalità (47,7%) e Moda (47,5%) e Alimentare(38,9%).
“Pensare con le mani”
Per i grandi brand quindi la sfida è quella di avvicinare sempre più giovani, in un momento di inverno demografico, ai mestieri, alla formazione ITS. Nel corso della giornata, diversi imprenditori e manager delle Aziende Altagamma, affiancati da analisti e accademici e coordinati dalla Direttrice Generale di Altagamma, Stefania Lazzaroni, hanno portato esempi concreti di quanto le aziende stanno facendo per dare il proprio contributo a un tema cruciale: progetti di comunicazione, progetti formativi interni ed esterni, mostre internazionali per valorizzare la nostra artigiania e orientamento per i più giovani.
Serge Brunschwig, Consigliere Altagamma con delega Sviluppo del Capitale Umano e dei Talenti, e Chairman e CEO di Fendi, ha illustrato “Adotta una scuola”, il progetto di Altagamma in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione e del Merito che crea percorsi di formazione personalizzati e collaborativi fra scuole e imprese, mirati a ridurre il divario tra domanda e offerta di profili tecnici e professionali, grazie a programmi didattici strutturati insieme più in linea con le esigenze delle aziende di alta gamma. Giunto quest’anno alla terza edizione, il programma fino a oggi ha coinvolto 33 imprese Altagamma, 39 scuole, 120 classi e 2500 studenti.
Della centralità della manifattura per le Imprese Altagamma hanno parlato Renzo Rosso, Fondatore e Presidente del Gruppo OTB, che ha sottolineato come il Made in Italy sia frutto di competenze artigianali, storie imprenditoriali e tradizioni che risiedono in una filiera unica al mondo e di come rappresenti un asset strategico per il settore del lusso e per l’intero Paese, da proteggere, valorizzare e tramandare ai più giovani, Jean-Christophe Babin, CEO di Bulgari che ha testimoniato l’investimento che l’azienda ha fatto proprio in Italia in termini produttivi e di formazione manifatturiera nel settore della gioielleria e Luca Lisandroni, CEO di Brunello Cucinelli che ha parlato della Scuola di Alto Artigianato Contemporaneo per le Arti e i Mestieri di Solomeo.
Il focus sul fabbisogno dei talenti manifatturieri per l’alto di gamma è stato coordinato dalla Direttrice Generale di Altagamma Stefania Lazzaroni insieme a Stefano Micelli, Professore Economia e Gestione delle Imprese dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e ad Attilio Di Battista, Head Impact Design and Coordination, New Economy and Society del World Economic Forum e ad Alessandro Paparelli, Chief People Officer di Brioni.
Di Battista ha evidenziato che nei prossimi anni “un lavoro su quattro cambierà e circa il 44% delle competenze saranno obsolete nei prossimi cinque anni. Per questo è necessaria la formazione continua e con l’Ai generativa il 40% dei processi potrebbe essere automatizzato o aumentato. È un’opportunità”.
Ma come avvicinare i giovani ai lavori della filiera di alta gamma? Alcuni brand Altagamma hanno portato degli esempi di iniziative nell’ambito della formazione e della promozione dei mestieri manifatturieri: Andrea Cottini, COO di Bottega Veneta con il progetto Accademia Labor et Ingenium, Alberto Ferrarotto, Head of Learning, Development & Talent Acquisition di Lamborghini con il progetto DESI (Dual Education System Italy) e Carlotta Fontana, Consigliere di Villa d’Este con l’Accademia per il settore turistico IATH Academy.
Carlotta Fontana, Consigliere di Villa d’Este, ha raccontato l’esperienza dell’ITS di Cernobbio nato in collaborazione con il comune. “In Italia ci sono 140 Its, solamente 15 nel campo del turismo. Abbiamo iniziato con 2 classi e a ottobre siamo pronti ad accogliere più di 300 studenti. Il progetto ha 3 corsi differenti, uno totalmente in inglese (unico caso in Italia)”.
“Parlano con le mani” è il cuore dell’intervento di Andrea Cottini, Coo di Bottega Veneta. L’accademia oggi raccoglie studenti di 15 nazionalità differenti, che talvolta non parlano neppure l’italiano e gli insegnanti sono 7 artigiani in pensione che talvolta parlano solo dialetto. Eppure l’insegnamento del “fare” non ne risente.