MILANO – Ore 10.15 L’attacco militare americano a Bagdad che ha ucciso il generale iraniano Qassem Soleiman si fa sentire anche sui mercati finanziari. L’impatto più evidente è sulle quotazioni del petrolio, con il greggio Wti che torna ai massimi da 4 mesi rivedendo temporaneamente quota 63 dollari. In mattinata i contratti con scadenza a febbraio 2020 vengono scambiati a 62,87 dollari, in rialzo del 2,8% mentre quelli sul Brent del 2,91% a 68,18 dollari. “Stiamo passando da con una proxy war con dietro Iran da una parte e Arabia Saudita e Stati Uniti dall’altra a un potenziale conflitto diretto tra Teheran e Washington”, sottolinea Kay Van-Petersen di Saxo Capital Markets Pte, citato da Bloomberg.

Sulle valute si osserva invece un rafforzamento della valuta Usa, con l’euro che cala a 1,1162 dollari, e dello yen, tradizionale bene rifugio e quindi oggetto di acquisti nei momenti di tensione finanziaria. La divisa nipponica in mattinata si rafforza dello 0,4% con il cambio Usd/Yen che scende a 108,1 dai 108,5 di ieri.
Il calo lo spread tra Btp e Bund: il differenziale tra il titolo decennale italiano e quello tedesco segna quota 161 punti, dai 164 punti la chiusura di ieri, con il rendimento del nostro Btp che scende all’1,35%.
Tra i dati macroeconomici in agenda in giornata, in Germania il tasso di disoccupazione resta invariuato al 5% a dicembre, mentre le richieste di disoccupazione sono aumentate più del previsto. Nel pomeriggio dagli Stati Uniti sono attesi l’indice ism manifatturiero e le minute della riunione del comitato di politica monetario di dicembre.