In Italia il parco auto è sempre più vecchio, siamo ormai vicini ad una media di 13 anni d’età. Questo è dato sicuramente da vari fattori, da un lato ci sono i rincari per le nuove vetture e dall’altro c’è una certe incertezza tecnologica che sta spingendo diversi potenziali acquirenti a temporeggiare. A preoccupare gli automobilisti italiani però sono anche i costi di riparazione delle proprie macchine, che stanno lievitando anno dopo anno. Secondo uno studio condotto da ACtronics, un parco auto più vecchio, sta spingendo inevitabilmente il Paese anche verso una spesa più importante dal punto di vista della manutenzione.
Problemi e possibili soluzioni
Negli ultimi 10 anni, la spesa media per effettuare della manutenzione ordinaria sulla propria vettura è cresciuta del 33% secondo Federcarrozzieri. I pezzi di ricambio, pneumatici e lubrificanti, invece sono aumentati del 21,2%. La situazione sta letteralmente peggiorando e anche tra il 2023 e il 2024 si è registrato un ulteriore aumento del 3,3%, mentre il prezzo dei ricambi è cresciuto del 2,5%.
Anche la manodopera segue a ruota questo trend. La tariffa oraria è passata dai 55 euro del 2015 ai 71,08 euro del 2024, con un incremento quindi del 29%. In Europa, invece, i costi per le riparazioni sono saliti del 6,4% nel primo trimestre del 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023. Gli automobilisti, alla luce di questi dati, tendono così a dare priorità solo alle riparazioni necessarie, procrastinando invece quelle secondarie.
In questo contesto, inoltre si apre la strada anche ad altre soluzioni per contenere i costi come l’utilizzo dei ricambi dell’economia circolare. Questi ultimi stanno riscuotendo un interesse sempre più crescente. GIPA automotive aftermarket intelligence, in una sua analisi, ha evidenziato che il 45% degli automobilisti italiani accetterebbe di montare un ricambio ricondizionato in base alla tipologia, 1 su 10 invece lo preferisce senza condizioni.
I benefici dei ricambi ricondizionati
Nelle officine, invece, il 66% di quelle indipendenti e il 78% di quelle autorizzate installano già ricambi rigenerati. Stando ai dati di ACtronics, questi ricambi permettono agli automobilisti di risparmiare tra il 50 e l’80% rispetto ai pezzi nuovi. Naturalmente, tralasciando l’aspetto meramente economico, questa pratica porta enormi benefici anche dal punto di vista ambientale. Riduce, infatti, i rifiuti, limita il consumo di materie prime ed evita lo smaltimento non necessario di componenti riparabili.
Stando a questo studio, l’acquisto di pezzi di ricambio rigenerati porta ogni anno a risparmiare oltre 100.000 kg di materie prime all’anno. Infine questa soluzione risulta addirittura fondamentale quando i ricambi nuovi sono terminati o quando non vengono più prodotti, un problema che riguarda soprattutto le vetture molto vecchie.
Anche per tutte questa ragioni, mantenere un’auto diventa ogni giorno più complicato. I costi di gestione sono sempre più elevati. Come se non bastasse, bisogna considerare anche la questione tasse, che negli ultimi anni ha vissuto dei pesanti incrementi. A questi si vanno ad aggiungere anche quelli che riguardano i costi del carburante, che stanno crescendo e sono destinati a salire ancora di più nei prossimi anni. Insomma presto avere una vettura di proprietà potrebbe diventare un lusso che pochi potranno permettersi. Lo sanno bene i giovani, sempre più propensi a spostarsi con i mezzi pubblici.