Nuovo allarme lanciato dalla Nasa secondo cui il ghiaccio artico avrebbe raggiunto la minima estensione annuale nel mese di settembre 2016.E’ questo quanto riferito dalla Nasa e dalla Nation Show and Ice Data Center, che proprio nei giorni scorsi hanno diffuso una serie di dati secondo dai quali è emerso che il ghiaccio marino intorno al Polo Nord si è ridotto a 4,14 milioni di chilometri quadrati, la seconda peggiore situazione dopo quella del 2012.Come già anticipato, l’allarme è stato lanciato dalla Nasa, l’agenzia spaziale americana, che da un esame dei rilievi satellitari ha diagnosticato uno scioglimento preoccupante verificatosi nei primi dieci giorni del mese di settembre facendo raggiungere al ghiacciaio del circolo polare artico, il polo Nord, l’estensione minima di 4,14 milioni di chilometri quadrati.
La situai zone peggiore è stata registrata nel 2012 quando i chilometri quadrati rilevati erano pari a 3,39; tale dato risulta molto simile a quello del 2007 quando fu registrata l’estensione minima di 4.15 milioni di chilometri quadrati.“Bisogna sottolineare che le emissioni cumulative di CO2 determineranno in gran parte il riscaldamento medio globale della superficie terrestre alla fine del 21° secolo e oltre.Come si ricordano i climatologi la maggior parte degli effetti del cambiamento climatico persisteranno per molti secoli, anche se ci dovessero fermare da subito le emissioni di Co2“si legge nel rapporto diffuso dalla Nasa.
Secondo Walt Meier, scienziato Goddard Space Flight Center della NASA, “ È abbastanza singolare che il livello minimo di ghiaccio marino sia stato il secondo più basso minima in mare di ghiaccio misura di quest’anno ha finito il secondo più basso, considerando come lo scioglimento fosse progredito nel mese di giugno e luglio. Giugno e di luglio sono di solito mesi chiave per lo scioglimento [dei ghiacci], perché è quando si dispone di 24 ore al giorno di luce solare, e quest’anno abbiamo perso momenti di slancio durante quei due mesi”. Nello specifico alla fine di agosto ed i primi di settembre non vi era una perdita di ghiaccio piuttosto veloce nei mari di Chukchi e Beaufort che avrebbe potuto essere un effetto ritardato dalle tempeste, ha dichiarato Walt Meier scienziato della Nasa Goddard Space Flight Center.
Parkinson, ha dichiarato ancora:“Non è certamente solo settembre a ridurre il ghiaccio marino. Il record chiarisce che il ghiaccio non è in ripresa dove si è consumato, anche nel mezzo dell’inverno”. “Quando si pensa ai dati sulla temperatura, è comune sentire l’affermazione che anche quando le temperature sono in aumento, ci si aspetta un mese di freddo record di tanto in tanto. Pensare che in questo rapporto sul ghiaccio Artico non c’è stato un singolo record dal 1986, è solo un contrasto incredibile“, ha aggiunto ancora Parkinson.La riduzione dei ghiacciai sarebbe imputabile a diversi fattori concomitanti; nel mirino degli studiosi ci finisce l’innalzamento delle temperature dovuto alle forti emissioni di CO2. Sul banco degli imputati anche il passaggio di due cicloni estivi.