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Alitalia dopo l’addio di Gubitosi, governo al bivio sul nome del commissario

Nov 26, 2018

ROMA – Cercasi commissario, ma non disperatamente. L’addio di Luigi Gubitosi alla compagnia compie otto giorni mentre la compagnia continua a perdere soldi. Il dubbio è quasi amletico: riportare il numero dei commissari a quota tre, procedendo ad una nomina, oppure lasciare al comando nel rush finale di qualche mese esclusivamente un pilota per traghettare il vettore verso Ferrovie dello Stato? Secondo le ultime indiscrezioni, qualcosa nei ministeri dello Sviluppo e delle Finanze, si sta finalmente muovendo. Anche se al momento restano i dubbi sul nome del possibile sostituto.

La momento l’unica certezza è che le norme impongono poche soluzioni: i commissari possono essere tre o soltanto uno ma non una “coppia”. Ecco perché all’interno del Movimento 5 Stelle – che guida la riscossa di Alitalia – ci sono due tentazioni: quella di muovere le pedine e far salire un tecnico-amico sul carro Alitalia; oppure, in alternativa, far gestire ad uno dei due commissari ancora in sella, Enrico Laghi (il più gettonato) e Stefano Paleari, il passaggio dal fallimento alla nuova società capeggiata dal gruppo Fs. Per la newco le carte da giocare sono sempre le stesse: easyJet per il medio raggio, Delta per un accordo soft sul lungo raggio, un paio di investitori puri.

Tutto ciò al netto di un ripensamento dell’ultim’ora di Lufthansa che il governo, dopo le pubbliche bocciature, potrebbe richiamare al capezzale della linea aerea rinazionalizzata. I tedeschi però, al momento, assistono alla vicenda Alitalia dalla finestra e aspettano l’esecutivo al varco per dettare le proprie condizioni: ingresso al 51%, mano libera sulle strategie dell’azienda, rotte e personale da utilizzare. Prima, però, servirà una cura dimagrante per la linea aerea. Toccherà proprio al governo ridurre di circa due o tremila unità i dipendenti prima di affidarla al nuovo partner industriale. Nel frattempo l’ad di Fs, Gianfranco Battisti, con alcuni tecnici, sta cercando di mettere in fila le priorità per salvaguardare i conti e affilare le strategie della compagnia dal 2019 in avanti. La ricetta prevede al momento più treni veloci negli aeroporti e prime sinergie sull’orario, da inserire nel nuovo piano industriale.

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