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Alert prezzi dalla Germania, cresce la pressione su Draghi

Gen 19, 2017

MILANO – Ore 10:15. Janet Yellen ha rafforzato ieri la convinzione che il percorso di rialzo dei tassi americani, in ragione di una economia forte e di prezzi in salita, sarà sostenuto durante il 2017. Dopo le sue parole, il mercato “ha aumentato le aspettative per un rialzo dei tassi a marzo”, sottolinea Mitsushige Akino all’agenzia Bloomberg. Una dinamica che torna a rafforzare il dollaro e indebolire lo yen, dopo giorni di incertezza – anche legata ai timori per Brexit e all’incognita Trump – che hanno premiato nelle sale operative i beni rifugio. E un altro banchiere centrale si prepara a tornare sotto i riflettori: Mario Draghi ha riunito per la prima volta quest’anno il direttorio della Bce, con l’inflazione in ripresa nell’area della moneta unica e in particolare con i primi campanelli d’allarme sui prezzi in Germania. Una situazione che mette pressione sul governatore e i suoi colleghi, dai quali alcuni iniziano ad attendersi indicazioni su come smantellare (senza shock per i mercati) il programma straordinario di stimoli. Le Borse europee si indeboliscono dopo una partenza positiva: Milano segna un calo dello 0,4% con Ubi ancora positiva dopo l’ok di Bankitalia all’acquisizione di tre delle quattro banche ripulite. In linea con Piazza Affari si muove Londra (-0,4%), mentre Francoforte lima lo 0,1% come Parigi.

Alert prezzi dalla Germania, cresce la pressione su Draghi

Il grafico Bloomberg mostra che i prezzi nell’Eurozona sono a un livello di crescita che non si vedeva dal 2013

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L’euro tratta intanto in rialzo sopra 1,06 dollari: passa di mano a 1,0647 dollari e 122,2 yen. Il dollaro/yen si rafforza a 114,74 e la sterlina va a 1,2268 sul biglietto verde. Lo spread tra i Btp decennali e i corrispettivi Bund tedeschi è stabile in area 160 punti. Il rendimento dei titoli di Stato italiani è all’1,99%. Nell’agenda macroeconomica odierna, per gli Usa si segnalano le richieste di sussidi per la disoccupazione, i permessi edilizi e l’indice della Fed di Philadelphia.

Il calo dello yen rafforza la Borsa di Tokyo, che chiude gli scambi in rialzo: il Nikkei, l’indice dei 225 titoli guida, guadagna lo 0,92% salendo così a 19.068,00 punti. Le azioni Toshiba hanno terminato in calo del 16% a 242,3 yen (ma nel durante sono scivolate fino a -26,5%) a seguito di indiscrezioni su perdite maggiori delle attese legate a svalutazioni delle attività nucleari negli Usa. Chiusure in calo per le Borse cinesi: Shanghai ha terminato gli scambi a -0,38%, Shenzhen a -0,37%.

La seduta di ieri a Wall Street è terminata con gli indici in ordine sparso e con gli investitori concentrati sulle parole di Janet Yellen, che hanno rafforzato il biglietto verde. Il governatore della Federal Reserve ha detto infatti che aspettare troppo per alzare i tassi potrebbe portare a delle brutte sorprese, come un balzo dell’inflazione, cosa che costringerebbe la Banca centrale Usa a stringere la cinghia più rapidamente del previsto. La prospettiva delineata è di avere i tassi di riferimento al 3% alla fine del 2019, dall’attuale livello dello 0,5-0,75%. Anche il Beige book della Fed ha sancito la forza dell’economia americana, con un mercato del lavoro in cui per alcuni è difficile trovare il personale adeguato da assumere. Il Dow Jones ha comunque limato lo 0,11%, mentre lo S&P500 è salito dello 0,18% e il Nasdaq ha aggiunto lo 0,31%.

Rimbalzo del prezzo del petrolio sui mercati. Il greggio Wti del Texas beneficia delle attese per dati in calo sulle scorte Usa e sale dell’1% a 51,6 dollari al barile. Il petrolio recupera così parte delle posizioni perse mercoledì, di pari passo con l’aumento delle quotazioni del dollaro. Avanza anche il Brent dell’1,1% a 54,49 dollari. Dopo la recente corsa, l’oro vive una seconda giornata di pausa e il prezzo del lingotto è in calo sui mercati asiatici: il metallo con consegna immediata scende dello 0,6% a 1197 dollari l’oncia.

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