AGI – Sono venuti al Gemelli nonostante la leggera, ma pressoché costante, pioggia che da questa mattina cade su Roma. Come ogni giorno, da quando Papa Francesco è ricoverato, i fedeli non rinunciano a un momento di preghiera per lui sotto la statua di Wojtyla, dove continuano anche a lasciare piccoli omaggi e messaggi.
“Mi fermo sempre a pregare, per lui e per tutti quelli che soffrono – dice Ilaria, operatrice che lavora in questo Policlinico – Bergoglio deve essere forte. La cosa che più mi rattrista è la sofferenza, che nessuno dovrebbe patire”, aggiunge, mentre sistema ai piedi della statua un rosario e una farfalla di colore rosa che ha realizzato all’uncinetto.
Nel piazzale del Gemelli ci sono anche famiglie con bambini che si fermano per qualche minuto: un bimbo, inginocchiandosi, lascia un volantino con la meditazione domenicale, alcune signore, da sole o in piccoli gruppi, pregano con il rosario in mano. Tra loro c’è la giovane Rochelle, originaria delle Filippine: “vengo da un Paese lontano, ma lavorare a Roma è per me un’occasione di crescita spirituale. Oggi sono venuta qui a recitare il rosario per il Papa: sono molto emozionata di essere così vicino a lui, ciò che posso fare è pregare per la sua guarigione”.
Suor Emma e suor Gilse – che fanno parte dell’Opera Don Orione, Congregazione delle piccole suore missionarie della carità – si sono fermate a pregare nella cappella dell’ospedale: sono venute per partecipare alla messa che ogni giorno si celebra qui da lunedì scorso per il Pontefice. Oggi, però, giorno del Giubileo della Fondazione Policlinico Gemelli, la funzione si è svolta a San Pietro, con l’omelia di monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
“Siamo qui per pregare per Papa Francesco, sappiamo che è una persona anziana e che ha problemi di salute, desideriamo che sia ancora a lungo tra noi”, dicono le due religiose. Suor Emma, in particolare, è argentina: vive a Buenos Aires ed è a Roma per un breve periodo. “Ho conosciuto Bergoglio – racconta – era il nostro vescovo in Argentina, veniva spesso da noi per le celebrazioni, o a trovare suore anziane e malate”. Da Perugia, invece, arrivano Fabio e Roberta: “Speriamo bene, speriamo che San Giovanni possa aiutare Francesco. Siamo qui solo per pregare per lui”. Anche loro hanno avuto occasione di incontrare una volta il Papa: “a San Damaso per una visita privata con alcuni ragazzi ucraini abbiamo avuto l’occasione di vederlo e di salutarlo”, ricordano.
Tra i fedeli ci sono poi Anna e Filomena, da Nola a Roma per un corso di specializzazione, che hanno approfittato di una pausa delle lezioni per un veloce passaggio al Gemelli: “Papa Francesco è una bella persona, semplice, che sa comunicare. La nostra è una preghiera di speranza per lui”. Tra i disegni e i messaggi – molti lasciati nei giorni scorsi da alunni di varie scuole di Roma e provincia – oggi c’è anche una piccola statua in bronzo che raffigura Wojtyla: “è il prototipo di quella poi realizzata e collocata a Chiavari – racconta un uomo – sono un fonditore e ho voluto esporla qui come omaggio. Mi piacerebbe tanto realizzarne una per Papa Bergoglio e fargliene dono”.