• 6 Gennaio 2025 13:44

Corriere NET

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Al Papa non piacciono le suore “con la faccia di aceto: sono brutte e non affabili”

Gen 4, 2025

AGI – “A volte nella mia vita ho trovato qualche suora che aveva la faccia ‘di aceto’ e questo non è affabile, questa non è una cosa che aiuta ad attirare la gente. L’aceto è brutto e le suore con la faccia di aceto… non parliamone!”. Così Papa Francesco in un passaggio a braccio, durante l’udienza alle partecipanti al XV Capitolo generale elettivo dell’Unione Santa Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola. Il Pontefice si è detto contento di incontrare le religiose in occasione del Capitolo generale e del centenario di fondazione dell’Unione Santa Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola.

 

“La Scuola è una missione, non dimenticatelo!”, ha rimarcato. “Avete scelto, per i vostri incontri, un tema impegnativo: ‘Comprendere il presente per capire insieme il futuro dell’Unione in cammino con la Chiesa’. Capire il presente, comprenderlo, per capire il futuro; in cammino, non ferme – i morti sono fermi! -, in cammino con la Chiesa. E’ bello! Esso – ha osservato – è in linea con l’eredità, lasciatavi dalla Venerabile Luigia Tincani, di dare risposte creative alle domande degli uomini e delle donne del nostro tempo, specialmente degli indifferenti alla fede e dei lontani, attraverso la promozione di un umanesimo cristiano”, ha proseguito ricordando i tre atteggiamenti proposti dalla fondatrice, atteggiamenti che San Giovanni Paolo II riassumeva così: “L’impegno costante della propria santificazione, una seria preparazione teologica e professionale e uno stile di vita affabile e amorevole verso tutti, specialmente verso i giovani”. “Mi piace quello ‘stile di vita affabile e amorevole'”, ha aggiunto invitando quindi le religiose a non avere la faccia “di aceto”.  

 

Il Papa, ricevendo in udienza l’Unione Cattolica Insegnanti, Dirigenti, Educatori, Formatori (Uciim), l’Associazione Italiana Maestri Cattolici (Aimc) e l’Associazione Genitori Scuole Cattoliche (Agesc), ha poi detto no al bullismo a scuola, “occorre fermarlo perché con il bullismo ci si prepara alla guerra e non alla pace”. 

 

“A scuola voi potete ‘immaginare la pace’, ossia porre le basi di un mondo più giusto e fraterno, con il contributo di tutte le discipline e con la creatività dei bambini e dei giovani”, ha sottolineato il Pontefice. “Ma se a scuola voi fate la guerra fra di voi – ha aggiunto a braccio -, se a scuola voi fate i bulli con le ragazze e i ragazzi che hanno qualche problema, questo è prepararsi per la guerra non per la pace! Per favore, mai fare il bullying! Avete capito questo? (rispondono: “Si’!”) Mai fare il bullying! Lo diciamo tutti insieme? Dai! Mai fare il bullying! Coraggio e avanti. Lavorate su questo”. 

 

Francesco ha rimarcato l’importanza della speranza “che supera ogni desiderio umano, perché apre le menti e i cuori sulla vita e sulla bellezza eterna”. “La scuola ha bisogno di questo! Sentitevi chiamati a elaborare e trasmettere una nuova cultura, fondata sull’incontro tra le generazioni, sull’inclusione, sul discernimento del vero, del buono e del bello; una cultura della responsabilità, personale e collettiva, per affrontare le sfide globali come le crisi ambientali, sociali ed economiche, e la grande sfida della pace”, ha aggiunto il Papa.

 

 

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