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Al cinema più della metà delle opere sono realizzate con produttori esteri

Dic 12, 2023

AGI – Dati in crescita per film e serie italiane, in particolare con le coproduzioni internazionali che ricoprono un ruolo fondamentale, risultando di fatto il primo motore della circolazione estera dei titoli audiovisivi italiani. Considerando, infatti, i valori medi relativi ai trienni 2017-2019 e 2020-2022, si registra un incremento del 51% delle opere realizzate insieme a produttori esteri, con un aumento significativo del numero di Paesi coinvolti in attività di questo tipo: 25 all’anno nel triennio 2020-2022, contro i 16 del triennio 2017-2020.

Nel triennio 2020-2022 arriva a 103 milioni di euro il valore complessivo degli apporti esteri (da parte di produttori in posizione minoritaria e paritaria) per opere cinematografiche e televisive, +49% rispetto ai 69 milioni registrati nel triennio 2017 -2019. È quanto emerge dalla ricerca ‘Le serie e i film italiani sui mercati esteri: circolazione e valore economicò promossa da ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Digitali) e APA (Associazione Produttori Audiovisivi), e realizzata in collaborazione con l’istituto di ricerca eMedia e con il sostegno di Agenzia ICE nell’ambito del MIA | Mercato Internazionale Audiovisivo 2023.

Complessivamente e sulla base di dati in continuo aggiornamento, si stima che il numero di serie e film italiani prodotti nel 2022 con una qualche circolazione estera si collochi tra i 183 (stima minima) e i 203 (stima massima), per un valore complessivo legato all’export che si attesta fra i 106 milioni di euro (stima minima) e i 156 milioni di euro (stima massima), in netta crescita rispetto ai dati relativi al 2017, quando la circolazione estera valeva quasi solo un terzo del valore attuale. 

La ricerca, viene sottolineato, rappresenta in numeri una fase di grande sviluppo data dalla coesistenza di quattro fattori che, tra il 2017 e 2022, hanno determinato una crescita dei volumi di produzione e di circolazione estera: l’incremento della domanda di titoli a livello mondiale; l’ingresso nel mercato degli operatori globali VoD, che hanno assunto un ruolo importante nella produzione di serie e film di Finzione, Documentario e Animazione; il Tax Credit, esteso (dal 2017) alle produzioni video-televisive e poi potenziato a ridosso della pandemia Covid-19; l’ingresso sul mercato di capitali esteri che hanno spinto le imprese nazionali in un contesto di più ampie e intense relazioni internazionali.

Lo studio, tuttavia, avverte di come l’impatto di questi quattro elementi tenderà fisiologicamente a ridursi nei prossimi anni. Sarà fondamentale il confronto tra gli operatori del settore e le istituzioni, al fine di continuare a sostenere il potenziamento delle capacità produttive e distributive della nostra industria e di favorire la crescita del valore economico e culturale che l’audiovisivo nazionale può portare all’Italia nel contesto internazionale.

Il presidente ANICA, Francesco Rutelli, ha sostenuto che “continua il trend positivo per l’esportazione dei film italiani, a conferma della qualità delle nostre produzioni. Deve essere considerato non come un punto d’arrivo, ma di partenza – ha osservato – per sviluppare ulteriori opportunità, in particolare per le coproduzioni internazionali. Occorre attrarre nuovi investitori e lavorare a prodotti con una sempre maggiore vocazione all’esportazione. I film italiani sono un prezioso strumento contemporaneo del nostro Soft Power, e per la promozione del made in Italy“.

 “APA è da sempre attenta e dedita all’analisi dei dati dell’audiovisivo – ha aggiunto la presidente Chiara Sbarigia – dati che ci hanno mostrato in questi anni un settore in evoluzione, con una struttura industriale che sta diventando sempre più solida e anche competitiva sul mercato internazionale. Crediamo quindi che l’impatto dei nostri film e delle nostre serie all’estero possa e debba continuare a crescere. La circolazione delle opere italiane all’estero racconta l’identità e la storia italiana, veicola il valore culturale del nostro Paese, potenzia le nostre imprese e valorizza le eccellenze artistiche”.

“Il settore dell’audiovisivo – ha aggiunto il presidente ICE, Matteo Zoppas – ha grande potenzialità e ICE può essere di supporto a diversi livelli: quello più “tradizionale” attraverso l’aiuto che possiamo offrire intercettando le migliori opportunità di esportazione delle produzioni di film, serie e documentari nei mercati più interessanti, Europa e non solo; dall’altro proprio attraverso le produzioni audiovisive si possono promuovere e raccontare le moltissime eccellenze italiane, attraverso ad esempio le operazioni di product placement, fino alla più importante valorizzazione dei nostri territori quando le produzioni scelgono l’Italia come location”.

“Questa ricerca – ha concluso il direttore generale ICE, Lorenzo Galanti – nasce dalla solida e collaudata partnership di ICE con ANICA e APA, sotto la guida del ministero degli Affari Esteri, che ha come mission comune quella di promuovere e far crescere l’industria creativa e media italiana sulla scena internazionale. I dati presentati oggi costituiscono un elemento cruciale nella mappatura dell’articolato panorama dell’audiovisivo e si registra un trend di crescita molto positivo. Dobbiamo lavorare in maniera sempre più sinergica affinchè gli investimenti internazionali nelle produzioni italiane aumentino ancora ed essere competitivi nell’offrire servizi di qualità. ICE può giocare un ruolo chiave su mercati di riferimento come Europa, Nord America e Asia, grazie alla sua comprovata capacità di promozione e di valorizzazione del Made in Italy nel mondo”.

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