ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa missione di conte
Un report dell’ufficio studi della Sace mette in luce tutte le occasioni di business per le imprese della penisola: dalla meccanica strumentale alla vendita dei metalli, fino ai macchinari
di Celestina Dominelli
28 novembre 2019
3′ di lettura
L’Africa subsahariana è un’area di circa un miliardo di abitanti, grande più di tre volte l’Europa e composta da 49 Stati sovrani, tutti diversi tra loro e ognuno con le proprie dinamiche politiche ed economiche e differenze sociali e culturali. Ma quali sono i Paesi più attrattivi per l’export italiano? Secondo l’ultimo report confezionato dall’ufficio studi della Sace “This is time for (Subsaharan) Africa”, a fare da traino saranno soprattutto economie come il Ghana, il Senegal, la Costa d’Avorio, l’Etiopia, il Kenya e la Tanzania.
In Ghana cresce la richiesta di macchinari
Il Ghana, dove il premier italiano Giuseppe Conte è arrivato giovedì 28 novembre in visita, è uno dei maggiori produttori mondiali di cacao ma anche produttore di caffè, zucchero e frutta tropicale, sta cercando di sviluppare un’industria della trasformazione locale così da permettere l’esportazione di prodotti a maggior valore aggiunto; tale politica aprirà opportunità di crescita per le aziende italiane che realizzano macchinari (+7,2%, in media, nel 2020-2022).
In Senegal e Tanzania, invece, i piani di sviluppo nazionali, che prevedono investimenti in settori quali energia, trasporti e infrastrutture potranno garantire opportunità positive sia per i beni intermedi sia per quelli di investimento, come ad esempio metalli e apparecchi elettrici in Tanzania (rispettivamente, +8% e +4,7%, in media, nel 2020-2022), mezzi di trasporto in Kenya (+8,7%) e chimica (+5,8%) e gomma e plastica (+5,2%) in Senegal.
Gli sbocchi in Sudafrica: dalla meccanica strumentale ai metalli
Anche il Sudafrica, che già rappresenta il primo mercato italianonell’area, continuerà a offrire interessanti opportunità di business. Dopo il rallentamento del 2018, la crescita attesa dell’economia sudafricana avrà infatti effetti positivi sull’export italiano di beni (+5,2% nel 2019 e +4,5%, in media annua, nel 2020-2022). A far da traino saranno i beni intermedi legati al piano di sviluppo infrastrutturale, National Development Plan, che incentiverà le vendite di metalli (+6,5%, in media, nel triennio 2020- 2022), di gomma e plastica (+7,1%) e altri consumi (+2,6%).
Significative occasioni di crescita ci saranno anche le imprese produttrici di macchinari per il settore estrattivo, ma anche l’agricoltura (ad esempio mais, agrumi, arachidi) e la produzione del vino potranno favorire la vendita di meccanica strumentale, la refrigerazione industriale e il packaging.