• 22 Marzo 2025 16:27

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“Adolescenti interrotti” un libro sulle fragilità giovanili e la responsabilità degli adulti

Mar 21, 2025

AGI – “C’è un aumento dei disturbi mentali tra i ragazzi, però questo libro non vuole parlare tanto delle malattie quanto di come favorire la loro salute e aiutarli a stare meglio. Perché la salute mentale, come quella fisica, è un processo che è legata a molti fattori anche differenti e indipendenti. Le abitudini di vita possono fare la differenza e anche lo stile educativo dei genitori, il ruolo della scuola, sono tutte cose che possono aiutare i ragazzi a vivere meglio e a riconoscere le proprie emozioni e costruire relazioni più positive”. Lo dice parlando con l’AGI,
Stefano Vicari, Professore Ordinario di
Neuropsichiatria Infantile, Facoltà di Medicina, Università Cattolica del Sacro Cuore. Dirige l’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile dell’IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma che è uscito recentemente in libreria con
“Adolescenti interrotti” (Feltrinelli). Un volume che si rivolge soprattutto agli
adulti per invitarli a tessere nuove relazioni con i ragazzi, riconoscendone i malesseri ed essere sostegno e parte della cura. L’invito è agli adulti di tornare a essere comunità educante. 

Perché i ragazzi oggi appaiono così fragili?
Il fenomeno che noi guardiamo con grande preoccupazione (noi chi fa il mio mestiere, psicologi, neuropsichiatri infantili) è che c’è una grande diffusione di nuove dipendenze e incidono fortemente sulla salute mentale dei ragazzi. Nuove e vecchie dipendenze perché ancora oggi le sostanze fanno danno. I bambini iniziano a fumare cannabinoidi in prima media e ne fanno un uso spesso smisurato e questo ha un impatto sulla loro salute mentale davvero devastante. Ancora di più sono le dipendenze da strumenti elettronici. La dipendenza da internet è una dipendenza in grande diffusione e questo è forse il motivo principale che ci aiuta a capire come mai i ragazzi oggi si ammalano molto più che in passato. 

Quante ore trascorrono gli adolescenti sul web?
Oramai un bambino trascorre in media 6 ore al giorno con un telefonino in mano e un adolescente arriva a 9-12 ore in media. Questo è un aspetto che dovrebbe allarmare i genitori e invece perlopiù lo vivono con grande tranquillità. Osserviamo un fenomeno particolare, genitori molto controllanti sulle attività autonome dei ragazzi: difficilmente si manda un ragazzo a scuola a piedi e invece non c’è nessun controllo di strumenti come gli smartphone che invece possono essere molto più devastanti. Sono devastanti perché ne fanno un abuso, per i contenuti che frequentano che non sono necessariamente pensati per loro. Per esempio, l’educazione sessuale i ragazzi la fanno su youporn a 10-11 anni. Quelle che passano scrollando, poi, sono ore che tolgono al gioco, alla lettura, ad ascoltare la musica, a incontrare gli amici, quindi a stabilire relazioni positive. 

 

 

Ma quando arrivano in ospedale i genitori si accorgono che c’è un problema?
Quando arrivano in pronto soccorso la situazione è abbastanza compromessa. A volte succede che i genitori non si accorgono di quello che i loro figli fanno. Racconto un aneddoto. L’estate scorsa stavo visitando una ragazza che indossava una felpa pesante, nonostante in quei giorni a Roma facesse molto caldo. Parlando con lei e cercando di instaurare un rapporto di reciprocità, l’ho invitata a sfilarsi la felpa. Togliendosi la felpa, la mamma che era seduta accanto a lei è impallidita. La ragazza aveva le braccia ricoperte di cicatrici, si praticava autolesionismo da tempo. Ma la cosa più terribile è stata la frase di questa ragazza rivolgendosi alla madre ‘serviva lui perché tu ti accorgessi di quello che io faccio da tempo’. Ho l’impressione che i genitori siano molto disattenti e anche felici di delegare l’attività educativa ad altri o altro, come lo smarphone. Questo libro “Adolescenti interrotti” vuole dire che la vita può riprendere, però serve uno sforzo da parte della comunità degli adulti per esserci e garantire una presenza affettiva. I ragazzi oggi lamentano solitudine e spesso l’unica forma di compagnia sono le chat virtuali. 

Per quanto tempo ancora diremo che è colpa della pandemia?
La pandemia è stata certamente un momento devastante, ha però amplificato un fenomeno già presente. In realtà il grande aumento dei disturbi mentali lo stiamo osservando dal 2010 in poi. Già prima del 2020 i casi di accesso ai pronto soccorso erano aumentati sensibilmente. Nel 2010, una nota marca di telefonia commercializza il primo smartphone con telecamera integrata e quindi la possibilità di farsi i selfie e poi nel 2013 crollano i prezzi dei telefonini, diventando il regalo della prima comunione. Non c’è dubbio che ci sia una relazione tra i disturbi d’ansia e di depressione che sono così aumentati tra gli adolescenti e l’uso incontrollato degli strumenti elettronici. 

Quanto si investe in Italia nella salute mentale?
Nella salute mentale pochissimo e nella salute dei minori direi zero. È impressionante. I dati sono noti a tutti e non c’è un’iniziativa in questa direzione. Il Servizio Sanitario Nazionale è in grandissima sofferenza e direi che siamo davvero in un momento difficile. Per questo sentivo la necessità di raccontarle queste cose perché non si abbia a dire ‘non lo sapevo’. 

Qual è stato il suo paziente più giovane?
La ragazzina più giovane che abbiamo ricoverato per aver tentato un suicidio aveva 9 anni. 

In questi giorni si parla molto della morte di Andrea Prospero, il ragazzo suicida a Perugia, vittima anche di una chat “mortale”. Quindi non sono solo gli adolescenti a finire vittime dell’isolamento del web. 
L’adolescenza in termini biologici termina a 25 anni. Quindi è tutta una fascia di età che vive lo stesso momento di profonda crisi e isolamento. 

Ma quindi che uso andrebbe fatto dei dispositivi con i minori?
Lo smartphone andrebbe proibito. Un bambino non dovrebbe vedere la tv prima dei 5 anni in autonomia. Lo smarphone non dovrebbe mai essere dato a un bambino, in autonomia, prima dei 12 anni e anche dopo va posto un limite orario e sotto il controllo dei genitori. Un altro tema riguarda le ore di sonno. Oggi bambini e adolescenti dormono molto meno e spesso fanno tardi per seguire la tv o perché usano lo smartphone. Dormire poco minaccia la salute mentale, è un aspetto critico. Se volgiamo occuparci di salute mentale dobbiamo educare i nostri figli a mangiare e dormire bene, in orari consoni alla loro età. Insomma, i genitori devo essere educatori. 

Quale consiglio si sente di dare ai genitori?
Alle famiglie consiglio di esserci, di essere presenti, di non pensare che i ragazzi possono farcela da soli. Favorire la loro autonomia, aiutarli fin da piccoli a dormire da soli, mangiare da soli, vestirsi, andare a scuola, fare i compiti, favorire le attività sportive per farli crescere in un contesto aperto. Dare regole, dire dei no e non preoccuparsi della loro sofferenza di fronte a un divieto. Esserci, guardarli, quasi spiarli. Esserci in silenzio può favorire una loro richiesta di aiuto e stare attenti ai cambiamenti, ai segnali di malessere che magari si protraggono per settimane e mesi. Non vergognarsi di chiedere aiuto agli operatori professionali. 

 

 

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