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Addio al reddito di cittadinanza, arriva “Mia”

Mar 6, 2023

AGI – Arriva la  “Misura di inclusione attiva”  – “Mia” – uno strumento che andrà a sostituire il reddito di cittadinanza. Lo annuncia Federico Freni, parlamentare della Lega e sottosegretario al ministero dell’Economia e delle finanze, ad Agorà Rai Tre

“Il Mia  – spiega il deputato leghista   – nasce dalla volontà di risolvere il tema delle politiche attive e di spostare quello che oggi è un sussidio sul tema della politica attiva. Quindi, ovviamente, non è una retromarcia. Si era detto che si sarebbe cambiato il Reddito di cittadinanza”.

“Si era detto  – ha sottolineato il sottosegretario – che si sarebbe immaginata una misura che avrebbe consentito a chi non può lavorare di essere sostenuto e a chi non vuole lavorare di dover lavorare per forza, se la vuole. E questo si sta facendo. Con il Mia ci sarà, entro certi limiti, con determinate possibilità, la concorrenza tra lavoro e Reddito di cittadinanza”.

Sussidio massimo intorno ai 500 euro 

Il sussidio massimo potrebbe aggirarsi attorno ai 500 euro per una fascia più ristretta di potenziali beneficiari.

A quanto si apprende da settimane è in corso un lavoro su un testo, al momento solo una bozza, su cui sarebbe in corso una discussione tra le forze di maggioranza, il ministero del Lavoro potrebbe presentare il provvedimento in Consiglio dei ministri durante le prossime settimane, per poi avviare una discussione in Parlamento che lavori ad eventuali modifiche. 
 
Il provvedimento, viene riferito, prevederebbe un assegno da massimo 500 euro per le famiglie composte da persone ritenute non occupabili, con ipotesi di bonus di altri 375 euro per questa categoria. Il sussidio potrebbe spettare anche a coloro che hanno dei redditi da lavoro molto bassi, attorno ai 3mila euro annui.

La durata del sostegno dovrebbe essere ridotta rispetto al Reddito attuale, con un meccanismo a calare, sarebbero più stringenti anche i parametri per accedere alla misura di accompagnamento del reddito. L’intenzione del governo sarebbe quella di varare un provvedimento che porti a risparmiare a regime tra 2 e 3 miliardi di euro annui da investire in altro modo nelle politiche attive per il lavoro.  

 Il testo prevederebbe anche il coinvolgimento delle agenzie per il lavoro private, la presenza di maggiori controlli per evitare le truffe verificatesi in questi anni nella fruizione del Rdc.

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