• 26 Dicembre 2025 17:30

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Addio a Maria Sole Agnelli, un secolo di discrezione, impegno civile e passione sportiva

Dic 26, 2025

È morta il 26 dicembre, nella sua casa di Torrimpietra, alle porte di Roma, Maria Sole Agnelli, sorella dell’Avvocato Gianni Agnelli e di Susanna Agnelli. Figura riservata ma centrale nella storia della famiglia che ha segnato l’Italia del Novecento, la contessa aveva 100 anni. Con lei scompare una testimone diretta di un secolo di trasformazioni, attraversato con uno stile personale fatto di understatement, senso delle istituzioni e indipendenza di pensiero.

Nata il 9 agosto 1925 a Villar Perosa, nel Torinese, figlia di Edoardo Agnelli e Virginia Bourbon del Monte, Maria Sole crebbe in una delle famiglie più influenti d’Italia, accanto ai fratelli Clara, Gianni, Susanna, Cristiana, Giorgio e Umberto. Pur condividendone il cognome e il destino pubblico, seppe fin da giovane mantenere un profilo autonomo, lontano dai riflettori, costruendo una biografia propria, segnata da scelte non convenzionali.

Negli anni Sessanta il suo ingresso nella vita pubblica avvenne in modo tanto inatteso quanto emblematico: fu eletta sindaca di Campello sul Clitunno, in Umbria, dal 1960 al 1970, con un consenso quasi unanime – 850 voti su 1.200 aventi diritto – e senza alcuna campagna elettorale. Una decisione maturata dopo la morte del primo marito, il conte Ranieri Campello della Spina, e che rappresentò un esempio precoce di partecipazione femminile alla politica locale in un’Italia ancora profondamente maschile. Durante i suoi mandati si occupò concretamente della manutenzione delle strade, dell’ammodernamento delle scuole, della tutela delle Fonti del Clitunno e della promozione di un turismo culturale ed enogastronomico attento al territorio.

Accanto all’impegno civile, Maria Sole Agnelli coltivò con costanza la passione per i cavalli, arrivando a creare una delle scuderie più importanti del dopoguerra italiano. Il suo nome è legato al purosangue Woodland, protagonista della medaglia d’argento nell’equitazione individuale alle Olimpiadi di Monaco del 1972, risultato che la consacrò anche a livello internazionale come figura di riferimento nello sport equestre.

Per quattordici anni, fino al 2018, fu presidente della Fondazione Agnelli, ruolo che interpretò con rigore e visione, sostenendo progetti nel campo dell’istruzione, della cultura e della ricerca, con particolare attenzione alla scuola italiana. Un incarico svolto senza clamore mediatico, ma con continuità e autorevolezza, in linea con quello stile sobrio e sabaudo che le veniva unanimemente riconosciuto.

Dal primo matrimonio nacquero quattro figli – Virginia, Argenta, Cintia e Bernardino – mentre dal secondo matrimonio con il conte Pio Teodorani Fabbri nacque Eduardo. Fin dagli anni Cinquanta aveva scelto di vivere prevalentemente nella campagna di Torrimpietra, nell’agro romano, dove creò un’azienda agricola e difese con determinazione il territorio, opponendosi anche a progetti di discarica che avrebbero compromesso l’area. Una scelta di vita coerente con il suo carattere schivo e indipendente, confermata anche dopo la rapina subita nella villa lo scorso gennaio, che non la indusse ad abbandonare la sua casa.

La notizia della sua morte ha suscitato numerosi messaggi di cordoglio. La Juventus, storicamente legata alla famiglia Agnelli, l’ha ricordata come “figura di straordinaria eleganza e testimone instancabile di un secolo di storia bianconera”. I funerali, come da sua volontà, si terranno nella chiesa di Palidoro, nel comune di Fiumicino, in forma riservata. 

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