La leggenda vuole che Ayrton Senna scelse personalmente Dumfries come suo compagno di squadra per il Mondiale del 1986, di fatto bloccando l’arrivo in squadra del più esperto Derek Warwick. Ed in effetti in quella stagione affrontata al volante della Lotus 98T, spinta dall’esagerata cavalleria del motore turbo Renault, il 28enne pilota scozzese non riuscì a confermare le sue performances del 1984, con la vittoria nel prestigioso (e difficile) campionato britannico di Formula 3 che – l’anno prima – era stato vinto proprio da Senna. Johnny si era pure piazzato al secondo posto della serie continentale della terza formula, vinto da Ivan Capelli.
Prima del debutto nel Mondiale (nel 1985, appunto) aveva disputato senza particolari exploits il campionato intercontinentale di Formula 3000, allora alla sua prima edizione, alternando l’impegno agonistico con il ruolo di collaudatore per la Ferrari, quell’anno portata in gara da Michele Alboreto (che sarebbe stato vicecampione alle spalle di Alain Prost) e da Stefan Johansson. Al volante della Lotus, nella quale come detto Senna faceva il bello ed il cattivo tempo, Johhny non andò al di là di paio di piazzamenti in zona-punti: quinto nel GP d’Ungheria, sesto in quello d’Australia (l’ultimo al quale prese parte). Sedici GP, una mancata qualificazione e tre punti in totale, che gli valsero il tredicesimo posto nel Mondiale Piloti.
Passato ai prototipi, Dumfries si rese protagonista di una buona seconda parte di carriera, corse tra l’altro cinque edizioni consecutive della 24 Ore di Le Mans (dal 1987 al 1991) e vinse quella del 1988 con la Jaguar XJR-9LM del Silk Cut Jaguar Team di Tom Walkinshaw (emanazione racing della Casa britannica), alternandosi al volante con Andy Wallace e Jan Lammers.
La leggenda vuole che Ayrton Senna scelse personalmente Dumfries come suo compagno di squadra per il Mondiale del 1986, di fatto bloccando l’arrivo in squadra del più esperto Derek Warwick. Ed in effetti in quella stagione affrontata al volante della Lotus 98T, spinta dall’esagerata cavalleria del motore turbo Renault, il 28enne pilota scozzese non riuscì a confermare le sue performances del 1984, con la vittoria nel prestigioso (e difficile) campionato britannico di Formula 3 che – l’anno prima – era stato vinto proprio da Senna. Johnny si era pure piazzato al secondo posto della serie continentale della terza formula, vinto da Ivan Capelli.
Prima del debutto nel Mondiale (nel 1985, appunto) aveva disputato senza particolari exploits il campionato intercontinentale di Formula 3000, allora alla sua prima edizione, alternando l’impegno agonistico con il ruolo di collaudatore per la Ferrari, quell’anno portata in gara da Michele Alboreto (che sarebbe stato vicecampione alle spalle di Alain Prost) e da Stefan Johansson. Al volante della Lotus, nella quale come detto Senna faceva il bello ed il cattivo tempo, Johhny non andò al di là di paio di piazzamenti in zona-punti: quinto nel GP d’Ungheria, sesto in quello d’Australia (l’ultimo al quale prese parte). Sedici GP, una mancata qualificazione e tre punti in totale, che gli valsero il tredicesimo posto nel Mondiale Piloti.
Passato ai prototipi, Dumfries si rese protagonista di una buona seconda parte di carriera, corse tra l’altro cinque edizioni consecutive della 24 Ore di Le Mans (dal 1987 al 1991) e vinse quella del 1988 con la Jaguar XJR-9LM del Silk Cut Jaguar Team di Tom Walkinshaw (emanazione racing della Casa britannica), alternandosi al volante con Andy Wallace e Jan Lammers.