AGI – “Mai come in questi giorni in cui a Venezia è tornata l’acqua alta e le barriere del Mose sono state sollevate per proteggere la città e i suoi abitanti, si comprende l’utilità di un’opera la cui realizzazione è stata lunga e sofferta, ma che rappresenta una svolta per tutelare la fragilità di una città unica al mondo, patrimonio dell’umanità.
Risultato di scienza e tecnologia, di lavoro e sapienza ingegneristica ci fa guardare alle sfide del futuro con maggiore ottimismo: le grandi opere, le infrastrutture, spesso sono accolte con scetticismo, ma possono contribuire a proteggere il nostro territorio e i nostri cittadini”. Così il presidente del Veneto, Luca Zaia ricorda il significato dell’opera che poco più di un anno fa, il 22 novembre del 2022, e da allora ogni volta che si è reso necessario, ha salvato Venezia da un nuovo picco di marea, fermato con successo dalle paratoie, messe in funzione contemporaneamente alle tre bocche di porto.
“Un sistema complesso – ha aggiunto Zaia – in cui le componenti meccaniche non possono prescindere dall’elettronica, dall’informatica, dall’analisi dei dati ma, soprattutto, dalla capacità di tanti professionisti anche della Regione Veneto. Un’opera che, anche in queste ore in cui il livello dell’acqua in mare supera 140 centimetri, ha dimostrato di funzionare, evitando l’allagamento della città e proteggendo non solo i monumenti artistici e architettonici ma anche il lavoro delle tante attività commerciali del centro storico, rimaste all’asciutto. Le immagini della città stravolta dalla marea eccezionale del 12 novembre 2019 sono ancora vivide nei nostri ricordi. Pensando alla drammaticità di quei giorni non posso che esprimere soddisfazione per un’infrastruttura, unica nel suo genere al mondo, ulteriore dimostrazione dell’importanza di opere che guardino alle sfide del futuro”.