Tra i candidati in campo – Virginia Raggi, Robetro Gualtieri e Carlo Calenda – non c’è nulla di più apparentemente importante delle periferie. Tutti ne rivendicano la conoscenza, ne sottolineano la rilevanza e ne promettono la rinascita. Buone intenzioni all’insegna della sicurezza, della legalità, della cultura e del decoro. E così mentre la campagna elettorale a parole emancipa le periferie dal degrardo, i problemi sono arrivati sin dentro le mura, nel centro della città. A San Lorenzo. Due anni e mezzo fa in un complesso urbano abbandonato fatto di ruderi e lamiere è stata lasciata morire la giovanissima Desirée Mariottini. Nonostante le promesse del Campidoglio quel luogo simbolo dell’abbandono è tale e quale ad allora se non per le scritte che ricordano la tragica morte della ragazza. “Giustizia per Desirée. San Lorenzo non ti dimentica”. Tre giorni fa, primo sabato sera con il coprifuoco allungato, invece, un ragazzo di 23 anni è stato gravemente accoltellato.
Una delle cose che più colpisce di San Lorenzo è che tanto è pieno di notte quanto è vuoto di giorno. Qualche studente, alcuni sbandati e i proprietari dei pochi negozi aperti seduti sulle sedie in attesa di qualche avventore. Nessuno di loro è particolarmente stupito. “Da un po’ – dice il tabaccaio di piazza dell’Immacolata che preferisce non dire il suo nome – non succedevano fattacci ma è normale che potesse accadere qualcosa al playground: tutte le sere lì ci sono migliaia di ragazzi che bevono. Intorno solo mini market, non era questione di sé era questione di quando”. Sarà stato il coprifuoco prolungato? “Ma quale coprifuoco – ride – lì c’era sempre gente anche prima, fino alle 3 o le quattro di notte se ci passavi davanti pensavi non ci fosse alcuna restrizione”.
Il campo da basket coloratissimo – tre mesi fa uno street artist ha realizzato proprio sopra un murale un giocatore che schiaccia a canestro – è disseminato di rifiuti. Bustoni neri accatastati e pieni di monnezza, pile giganti di bottiglie di vetro e lattine, fanno da ostacolo ai coraggiosi che vengono a giocare. Vincenzo, 25 anni di Cosenza studia Finanza alla Sapienza e viene spesso qui per due tiri a canestro (entrambi miracolosamente ancora intatti). Il campo è da sempre così ? “Assolutamente no – racconta – è un po’ di tempo però che qui è diventato questo schifo, prima c’erano i titolari dei chioschetti nei giardini sopra che tenevano pulito, adesso invece sono mesi che va avanti così, la gente sporca e nessuno pulisce”. Il playground è diventato un luogo di ritrovo. “Con il fatto che lo Scalo è una strada dove le auto sfrecciano veloce, ci sono molti meno controlli rispetto alle vie interne, quella della Ztl per capirci”, ci spiega Vincenzo.
Valerio Carocci, presidente del Cinema America, è uno dei ragazzi che l’altra sera, passando in macchina, si è fermato per soccorrere il ragazzo accoltellato. È convinto che sia l’assenza di attività ad alimentare il degrado. “Serve al più presto una deroga al coprifuoco per gli operatori culturali, solo così possiamo offrire un’alternativa valida alla movida: per proiettare un film, per esempio, si deve poter andare oltre le 23, chiaramente con posti prenotati e qr code per l’accesso”. Carocci se la prende poi con Francesca Del Bello, presidente del II Municipio, al quale spetterebbe di curare il campo. “Quando l’altra sera mi sono fermato per soccorrere il ragazzo c’erano migliaia di persone assembrate a bere senza alcun controllo e dopo due giorni da un fatto del genere nel suo territorio la presidente Del Bello è ancora in silenzio, forse dovrebbe rimettere le deleghe”. La presidente del II Municipio cerca di stemperare: “Sono dispiaciutissima per quanto è accaduto, purtroppo noi ci occupiamo dello sfalcio dell’erba, mentre chiudere i cancelli all’ora giusta spetterebbe al Campidoglio, la pulizia ad Ama che non la fa perché non è previsto dal contratto di servizio,”. I rimpalli sono sport capitolino. Spesso purtroppo persino legittimo, ma il risultato è che le cose non si fanno.
Anche a pochi passi da qui, a via dei Lucani, dove fu uccisa Desirée, nulla è cambiato. I cancelli chiusi nascondo il degrado dell’area stretta tra due officine. Candele, angioletti, scritte sul muro e fiori ricordano la giovane. L’amministrazione Raggi promette dal 2019 di riqualificare l’area che è in gran parte di proprietà di privati. Inizialmente è stata tentata la strada di un bando per progettare il nuovo spazio coinvolgendo le proprietà che però non hanno accolto le proposte. Così, lo scorso ottobre, la sindaca Virginia Raggi e l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori hanno promesso d’espropriare la zona per realizzare spazi verdi, giochi per bambini, orti urbani, percorsi pedonali, una struttura pubblica con piscina, centro d’arte e mestieri e spazi culturali. Un sogno per il quale è partita a marzo la conferenza dei servizi che secondo il Campidoglio dovrebbe chiudersi a metà giugno. Riusciranno a partire gli espropri prima delle elezioni? I comitati di quartiere lo sperano, ma il rischio che il progetto naufraghi con il cambio d’amministrazione è terribilmente concreto.
Le promesse capitoline per il quartiere sono tante. L’altra riguarda il Cinema palazzo, l’edificio in piazza dei Sanniti sgomberato lo scorso novembre dopo quasi nove anni d’occupazione. Un luogo criticato da alcuni perché a forte connotazione ideologica (fu invitata l’ex br Barbara Balzerani a parlare degli anni della lotta armata con toni non proprio di redenzione), ma che ha offerto al quartiere per molto tempo una vasta proposta culturale. Adesso il Campidoglio sogna d’acquistarlo per offrirlo in gestione agli ex occupanti. Un bel dono, almeno questo, per la campagna elettorale. Dallo staff dell’assessore all’Urbanisticas Montuori fanno sapere che la trattativa con il proprietario è ancora in corso e si farà di tutto per chiuderla positivamente. Intanto la piazza sarà pedonalizzata. Speriamo che anche qui non si riempia tutto di monnezza.