“Non chiedo più niente. Sono molto scoraggiato.” A parlare è Alessandro Crescenzi, romano, 65 anni, disabile, che martedì 16 maggio si è recato a bordo della sua carrozzina elettrica davanti a Montecitorio per denunciare, ancora una volta, come la capitale non sia a misura di disabili. “Abito nella zona di Finocchio e lunedì 15 maggio sono andato a fare una visita medica all’ospedale San Filippo Neri con il pulmino per disabili dell’Atac”, ci racconta Crescenzi. “Al ritorno ho deciso di prendere i mezzi pubblici. Da Battistini ho preso la metropolitana in direzione stazione Termini, ma appena sono sceso, l’ascensore non funzionava. Mi è stato detto che è fuori servizio da un paio di anni. Così sono salito in metropolitana pensando di scendere alla stazione Re di Roma, convinto che lì funzionasse. Nulla.”
Crescenzi non si perde d’animo e decide di fare dietrofront per arrivare alla stazione San Giovanni della metro C usando soltanto gli autobus. “Dopo aver fatto in autobus dalla fermata Battistini a Cornelia, poi Ottaviano e da lì un pezzo a piedi fino a piazza Risorgimento – continua Crescenzi – sono riuscito ad arrivare alla stazione San Giovanni della metro C. Tutto questo perché lo snodo che collega la linea A alla C non è accessibile ai disabili. Sono uscito dall’ospedale San Filippo Neri alle 10 e 30 e sono arrivato a casa alle 17 e 30.”
Perché non ha voluto prendere il pulmino per disabili dell’Atac per tornare a casa? “Volevo essere indipendente e tornare a casa con i mezzi pubblici. Inoltre, il pulmino deve essere prenotato uno o due giorni prima e io lunedì avevo cambiato i miei piani all’ultimo momento. Ci tolgono i diritti in questa città e noi disabili siamo discriminati.” Crescenzi, negli anni ’90 è stato un esponente di Europa Verde, eletto anche consigliere provinciale, e martedì, per un’ora e mezza, ha aspettato invano qualche parlamentare per denunciare la situazione. Si è rivolto all’amministrazione comunale? “Non per l’episodio di ieri. Ho scritto tante volte sulle disfunzioni delle metropolitane, inviato molte email e partecipato a riunioni, ma il sindaco non si è mai degnato di invitarmi per trovare una soluzione per eliminare le barriere architettoniche.”