AGI – A inizio del quarto trimestre, l’economia dell’Eurozona è scivolata in una contrazione maggiore, al tasso di declino più rapido da aprile 2013, a esclusione dei periodi dei lockdown anti Covid. Il Pmi manifatturiero, in particolare i settori ad alta intensità energetica, ha riportato la perdita di produzione più elevata, ma anche l’attività terziaria ha continuato a ridursi ad un tasso accelerato a causa dell’attuale crisi del costo della vita e le generali incertezze sull’economia.
Lo S&P Global Eurozone Manufacturing Pmi è sceso a 46,6 a ottobre dal 48,4 di settembre, mancando le stime di 47,8 per segnare la quarta e più marcata contrazione consecutiva dell’attività manifatturiera del blocco. La produzione è scesa per il quinto periodo consecutivo al minimo di 29 mesi, stretta dagli alti prezzi dell’energia.
#Eurozone S&P Global Manufacturing PMI Oct P: 46.6 (est 47.9; prev 48.4)
– Eurozone S&P Global Services PMI Oct P: 48.2 (est 48.2; prev 48.8)
– Eurozone S&P Global Composite PMI Oct P: 47.1 (est 47.6; prev 48.1)
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October 24, 2022
Anche i nuovi ordini hanno subito una forte contrazione, il calo maggiore dall’aprile 2009 salvo l’inizio della pandemia. Di conseguenza, gli arretrati di lavoro sono diminuiti per il quarto mese. Nel frattempo, l’occupazione è aumentata al terzo ritmo più lento degli ultimi 18 mesi, riflettendo un certo aumento di posti di lavoro, mentre le aziende si liberano dell’eccedenza di capacità. Il Pmi servizi è passato dai 48,8 punti di settembre ai 48,2 di ottobre, ai minimi da 20 mesi, e il Pmi Composito della Produzione è calato a 47,1 punti dai 48,1 di settembre, valore minimo in 23 mesi
La Germania ha registrato la contrazione economica più elevata, mentre in Francia la crescita è andata quasi in stallo. Anche se la carenza di rifornimenti è diminuita, le pressioni inflazionistiche sono rimaste elevate a causa degli alti costi energetici ed il rialzo delle pressioni salariali. Intanto, fiducia per l’anno prossimo si è posizionata su uno dei più bassi valori degli ultimi due anni, stabilizzandosi da settembre.
L’Indice destagionalizzato S&P Global Pmi Composito della Produzione dell’Eurozona di ottobre è diminuito dai 48,1 punti di settembre a 47,1. Salgono dunque a quattro i mesi consecutivi in cui l’indice Pmi registra un valore inferiore alla soglia di non cambiamento di 50.0, segnalando una contrazione.
Il tasso di declino è accelerato nel corso del mese ed è stato il più rapido da novembre 2020. A esclusione dei periodi di chiusura pandemica, quest’ultima lettura è stata la più bassa da aprile 2013. A guidare questa contrazione è stato il manifatturiero, i cui livelli produttivi sono diminuiti per il quinto mese e ad un tasso di ribasso mai visto da luglio 2012, ad eccezione del periodo pandemico.
Anche l’attività terziaria è crollata e per il terzo mese consecutivo, segnando un valore di contrazione mai visto da maggio 2013, escludendo di nuovo i periodi di chiusure per pandemia. La crescita si è limitata al settore tecnologico e alle aziende di servizi farmaceutici e biotecnologia. Le contrazioni maggiori sono stati registrate nelle aziende legate alle materie plastiche e prodotti chimici e delle materie prime, settori che spesso hanno rispecchiato dipendenze energetiche elevate.
Germania, Francia e gli altri scenari
Nell’eurozona, la Germania ha continuato a registrare la contrazione più elevata, con un Pmi composito crollato a 44.1, il valore più basso da maggio 2020 e, escludendo la pandemia, il più debole da giugno 2009. Il manifatturiero e terziario tedesco hanno entrambi registrato tassi di contrazione maggiori e più veloci.
Allo stesso tempo in Francia la produzione è entrata in stallo, con il PMI composito a 50.0 da 51.2 di settembre, rappresentando quindi il primo mese in cui la produzione non è aumentata da marzo 2021. A controbilanciare il forte declino, sebbene moderato, del manifatturiero è stata la modesta espansione dell’attività terziaria.
Nelle altre nazioni dell’eurozona, la produzione è diminuita per il secondo mese consecutivo, riportando il crollo più rapido da gennaio 2021 e, se escludiamo il periodo pandemico, da giugno 2013. Il modesto declino dell’attività terziaria si è unito ad un forte calo della produzione industriale. I nuovi ordini ricevuti di beni e servizi hanno nel frattempo indicato la quarta riduzione mensile consecutiva, registrando il più rapido tasso di declino da dicembre 2012, escludendo i mesi di chiusura per la pandemia, e questo ha indicato un forte calo della domanda.
Il crollo del settore manifatturiero, tolti i mesi di pandemia da Covid, è stato il più elevato da aprile 2009, mentre la riduzione del flusso delle commesse terziarie è stata la più veloce da giugno 2013. La flessione degli ordini ha spinto le aziende a concentrarsi sul lavoro inevaso al fine di mantenere il livelli di produzione, e causando il quarto calo mensile consecutivo degli ordini in giacenza, guidato soprattutto dalla forte riduzione registrata nel manifatturiero.
La Germania ha indicato il calo maggiore di ordini inevasi, mentre la Francia ha riportato un incremento. Se la crescita occupazionale di ottobre ha indicato un leggero rialzo, tale valore è stato il terzo più basso dell’ultimo anno e mezzo. Cio’ rispecchia i tagli al personale segnalati da alcune aziende e dovuti ai segnali di eccedenza di capacità operativa sulle vendite e alla diffusa reticenza ad assumere a causa delle incertezze sul futuro economic
o. Le aspettative economiche per il prossimo anno sono rimaste attenuate, segnando il secondo valore più debole dai primi mesi di chiusura pandemica. In Germania, la fiducia è stata particolarmente bassa nel manifatturiero, e questo rispecchia tanto le preoccupazioni sull’energia quanto l’aumento del costo della vita e il rallentamento della crescita globale.
Anche se nel terziario l’ottimismo è leggermente aumentato rispetto al mese precedente, ha comunque mantenuto il valore più debole dagli inizi del 2020 e un valore molto inferiore rispetto ai primi mesi di quest’anno.
Anche se la produzione industriale ha di nuovo e in molti casi segnalato un rallentamento per la carenza di componenti ed i timori per le difficoltà energetiche, l’indice di ottobre ha registrato una generale riduzione dell’incidenza dei ritardi nei tempi di consegna al valore più basso in poco più di due anni.
Le aziende hanno riportato una minore carenza di componenti e una migliore prestazione degli spedizionieri, spesso dovute ad un traffico di merci minore causato della minore domanda. Gli acquisti da parte delle imprese manifatturiere hanno infatti indicato uno dei tassi di riduzione più alti dalla crisi finanziaria globale. Ciò rispecchia le minori necessità produttive e le politiche aziendali tese ad una progressiva riduzione generale dei livelli di stoccaggio dei fattori produttivi, causata da vendite inferiori alle aspettative.