AGI – In una Milano ancora notturna attraversata dal profumo del pane appena sfornato, alle 5 e mezza sono già un’ottantina le persone in coda che vogliono riassaporare, prime in Italia, il gusto del cinema.
Siamo al ‘Beltrade’ piccola e pugnace realtà di periferia che si è conquistata l’amore dei cinefili a suon di perle rare, ma anche di riproposizioni di pellicole di culto, come il ‘Caro Diario’ di Nanni Moretti che aspetta in sala i primi spettatori dal 22 ottobre 2020.
C’é anche la coda di spera in una disdetta
Lo sguardo di Paola Corti, che lo gestisce assieme a Monica Naldi, s’illumina sulla coda parallela, sono almeno una ventina, a quella di chi ha prenotato: “Ma voi siete qui senza biglietto? Siete dei pazzi meravigliosi”.
Hanno deciso di aprire presto per essere i primi perché si è perso troppo cinema in questi mesi per non avere la smania di recuperarlo: “Stanotte ero agitata e pensavo: e se non funziona il proiettore? E pensavo a come recuperarne uno di scorta, eventualmente. In questo mesi sono stata male, ho sofferto per la chiusura ma ci siamo anche date da fare. Grazie a una bando della Regione, abbiamo migliorato il sistema di areazione e per oggi è in programma una maratona fino a stasera, solo film belli. Perché un film brutto te lo puoi pure vedere in poltrona, ma se è bello guardarlo a casa è vilipendio di opera d’arte”.
Per i ragazzi “è molto meglio di Netflix”
Il pubblico è molto giovane, ma non solo. Andrea: “E’ la mia prima volta qui, dopo vado all’Università. Voglio cominciare a conoscere i film di Moretti”. Giulio: “Io studio cinema ed era una vita che non andavo al cinema”.
Giulia, Marta e Chiara sono nella coda di chi spera in una rinuncia altrui per entrare: “Siamo venute senza prenotazione perché pensavamo che ci sarebbe stata poca gente. Non è così e ne siamo contente”. Hanno poco più di vent’anni e nessun dubbio se sia meglio Netflix o il grande schermo: “Intanto è una questione di concentrazione. A casa fai fatica, tra la luce soffusa del pc e i rumori fuori, se passa il tram ti perdi i pezzi. E poi ci piace condividere la visione anche con chi non conosciamo”.
Maria Grazia, insegnante, è qui “per la nostalgia del cinema”, Patrizia, impiegata in un’azienda farmaceutica, “perché è il giorno della rinascita”.
In sala, fatta la misurazione della temperatura, tutto fila liscio. Tra una poltrona e l’altra si tengono le distanze e Nanni Moretti assicura risate e malinconie.
Il mare delle Eolie, nel secondo episodio del film, restituisce tutta la potenza del grande schermo, essere qui nella Milano umida e lattiginosa di oggi e nell’altrove del mare di cristallo delle isole. Sui titoli di coda, dopo qualche secondo esitante di silenzio parte un applauso. Paola e Monica sono commosse, pronte a ripartire con una raffica di film fino a oltre il tramonto, un’indigestione necessaria di bellezza dopo sei mesi di appetito inappagato.