• 23 Gennaio 2025 6:57

Corriere NET

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 A Davos la grinta di Lagarde. Attesa per l’intervento di Trump 

Gen 23, 2025

AGI – Dopo le parole di Trump, l’Europa deve essere pronta ad un colpo di reni e reagire. È un discorso grintoso quello del presidente della Bce Christine Lagarde che arriva al World Economic Forum il giorno dopo l’insediamento del neo presidente. Discorso nel quale invita il Vecchio Continente a mostrare i muscoli. La minaccia di nuovi dazi all’Unione europea da parte di Trump “non mi sorprende”:

“Qui in Europa – sottolinea – dobbiamo prepararci e sapere come rispondere”. Se gli Usa impongono tariffe doganali più alte, mortificando così l’export, secondo Lagarde i Paesi della Ue hanno infatti un ampio potenziale da sfruttare sviluppando ulteriormente il mercato interno. E in ogni caso, ha aggiunto, “il dialogo deve continuare”. Sulla stessa linea, il Commissario Ue per l’Economia, Valdis Dombrovskis: “La Ue è pronta a difendere i suoi interessi. Siamo pronti a rispondere in modo proporzionato se sarà necessario”. Proseguono intanto i lavori del Wef: il focus è stato incentrato sul Medioriente con il vicepresidente iraniano per gli affari strategici, Javad Zarif, il quale spera che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump adotti una politica “più seria” nei confronti di Teheran mentre il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ritiene che sia l’Iran a dover compiere un primo passo verso il miglioramento delle relazioni con i paesi della regione e con gli Stati Uniti, chiarendo che non ha intenzione di sviluppare armi nucleari. Più in generale, c’è un clima di attesa nei corridoi del Forum, oggi alle 17 italiane interverrà in videoconferenza il neo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. In mattinata previsti numerosi interventi tra cui il presidente argentino Javier Milei, la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola e la presidente della Commissione Ue Von der Leyen.

Tornando ai lavori, a proposito delle misure preannunciate da Trump, il presidente della Bce ha invitato l’Europa a non seguire gli Usa sulla strada della deregulation in quanto, a suo giudizio, può fare molto per garantire condizioni di gioco più paritarie, rimuovendo le sovrapposizioni e le ridondanze delle regolamentazioni. E mentre l’aumento dei dazi spaventa gli economisti in quanto potrebbe far rialzare l’inflazione e quindi rallentare il percorso di riduzione dei tassi da parte della Fed, la Lagarde lascia intendere che la Bce proseguirà sul suo cammino. L’Eurotower, ha spiegato, sta gradualmente portando il tasso d’interesse sui depositi verso un livello neutrale, compreso al momento tra l’1,75% e il 2,25%.

“Potremmo aspettarci alcuni effetti inflazionistici negli Stati Uniti. In Europa, invece, non vedo effetti significativi, per cui mi aspetto che il processo di disinflazione prosegua e che la vittoria sull’inflazione sia definitiva”, si è detto convinto il governatore della banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau. “Siamo stati i primi a tagliare i tassi e ora siamo la banca centrale con quelli più bassi al 3% – ha spiegato – nei prossimi trimestri, il compito sarà semplice: saremo vigili ma fiduciosi”. Anche il governatore della banca centrale olandese Klaas si mostra ottimista e definisce “ragionevoli” le attese sui prossimi tagli dei tassi in prossimi due meeting della Bce. Infine, i lavori di oggi registrano l’affondo del premier spagnolo Pedro Sanchez ai social media, colpevoli a suo giudizio di stare erodendo la democrazia: “Dovrebbero essere ritenuti responsabili se i loro algoritmi avvelenano la nostra società. Riprendiamo il controllo. Rendiamoli di nuovo grandi”, ha detto parafrasando lo slogan della campagna elettorale del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

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