• 21 Gennaio 2025 14:31

Corriere NET

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A Davos è il giorno dei leader. Atteso anche Trump

Gen 21, 2025

AGI – Oggi seconda giornata dell’Annual Meeting del World Economic Forum: l’agenda è fitta di appuntamenti tra cui in mattinata sono in agenda il discorso della presidente della Commissione Ue, Von der Leyen, quindi interverrà il vice-premier della Cina Xuexiang. Nel primo pomeriggio prenderà la parola il cancelliere tedesco Scholz.

 

Nel pomeriggio è prevista la presenza del presidente ucraino Zelensky e del presidente israeliano Herzog. In agenda anche una conversazione con Friedrick Merz, leader dell’opposizione in Germania. L’appuntamento clou è per giovedì quando il neo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump parteciperà in videoconferenza. Non è chiaro chi, della nuova amministrazione statunitense, sarà fisicamente presente. Nessuna conferma da parte dell’organizzazione, ma alcuni delegati non escludono che nel cantone dei Grigioni possa affacciarsi Elon Musk il patron di Tesla e consigliere di Trump.

Intanto, leader dei media e commentatori politici riuniti a Davos hanno commentato il ritorno al potere di Trump interrogandosi in particolare sull‘impatto che la nuova presidenza potrebbe avere sulla politica estera degli Stati Uniti.

“Vedo l’agenda trumpiana essenzialmente come un’espressione più completa e vigorosa del potere americano su un ambito geografico molto più limitato”, ha dichiarato Patrick Foulis, redattore esteri di The Economist, in una session pubblica. 

 

Quanto a un possibile cessate il fuoco anche in Ucraina dopo la tregua di Gaza, il ritorno di Trump non garantisce che possa accadere cosi’.

“L‘America ha speso 183 miliardi di dollari per l’Ucraina. Non prevedo che Trump spenderà altrettanto”, ha dichiarato Sam Jacobs, caporedattore di TIME, durante una tavola rotonda. Ma ha aggiunto che ha anche promesso di “risolvere la guerra Ucraina-Russia domani”.

Per quanto riguarda l’accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi a Gaza, Mina Al-Oraibi, caporedattore di The National, ha suggerito che è stato “Trump 2.0” a far si’ che l’accordo venisse finalizzato. “Alla fine è stato il fattore Trump”, ha aggiunto visto che aveva detto chiaramente che “doveva esserci un cessate il fuoco prima dell’inaugurazione”.

Tuttavia, Foulis ha aggiunto che il secondo mandato di Trump inizia in un contesto geopolitico estremamente complesso. “Il mondo è di gran lunga più pericoloso di quando era in carica”, ha detto. Le tensioni tra Stati Uniti e Cina – e il modo in cui Trump potrebbe influenzarle – sono state un’altra importante area di discussione, cosi’ come l’imposizione di nuovi dazi. La maggior parte degli economisti sostiene che quando vengono imposte delle tariffe, i costi vengono trasferiti ai consumatori.

“In larga maggioranza, gli americani riconoscono che le tariffe aumenteranno i prezzi dei beni”, ha detto Jacobs, aggiungendo pero’ che “è molto difficile per chiunque di noi sedersi qui e dire: ecco come saranno i rapporti tra USA e Cina tra cinque anni”. E in effetti, ha sottolineato Al-Oraibi, “l‘imprevedibilità che Trump rappresenta è anche l’imprevedibilità del mondo”. E Jacobs ha aggiunto che, per quanto riguarda le azioni esecutive previste, la prossima “presidenza Trump potrebbe essere 200 volte più imprevedibile e volatile del primo mandato”.

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