• 20 Maggio 2024 20:14

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A Como si devono ricontare i voti, troppe contestazioni 

Giu 14, 2022

AGI – Una notte che a Como, città di anime tranquille e operose rasserenate dal lago, non dimenticheranno. Mai la conta dei voti è stata così piena di spine tanto che i presidenti dei seggi, esausti per le continue contestazioni dei rappresentanti di lista, hanno mandato tutti a dormire, decidendo di non mettere a verbale l’esito definitivo del voto.

Oggi si riconteggiano le schede nelle ultime due sezioni, per dare un nome a chi sfiderà al ballottaggio la candidata del centrosinistra, Barbara Minghetti, in testa col 39,5% delle preferenze.

La cronaca dello spoglio è stata concitata: al secondo posto si sono alternati di continuo il medico Giordano Molteni, sostenuto dal centrodestra, e Alessandro Rapinese, da anni il ‘guastafeste’ della politica locale per l’irriverenza nel portare avanti i suoi temi. Prima degli ultimi due seggi la conta segnava: Rapinese 8133 voti e Molteni 8059. Poi i toni, già alti, si sono infervorati sempre più. Sono volate parole grosse tra chi deve assegnare i voti e chi controlla per conto dei candidati.

Il problema del voto disgiunto

Tema del contendere, l’interpretazione del voto disgiunto che ha provocato parecchi mal di testa. Prima ancora che si chiudessero le urne, sui media locali erano già annunciati i ricorsi dei due contendenti. L’esito ufficioso del voto da’ Rapinese vincitore, il che renderebbe ancor più indimenticabile queste elezioni per il centrodestra che guidava la città con Mario Landriscina.

Sarebbe per la prima volta fuori almeno dal ballottaggio, passando dall’amministrazione a una risicata opposizione. Una rivoluzione spiegabile anche col malcontento per le ultime giunte   che non hanno risolto problemi ormai storici, tra cui il lungolago assillato dal 2008 dalla questione delle paratie (ora se ne sta occupando la Regione), e la riconversione di edifici storici come l’ex azienda tessile Ticosa, uno dei gioielli della Como che fu  capitale mondiale della seta. Così tanto scoramento che a votare sono andati pochissimi, segnando l’affluenza più bassa di sempre, appena il 44,30%.

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