Una scena di pericolo e folle velocità si è consumata nella tangenziale di Bologna, quando dieci agenti di Polizia in moto si sono ritrovati a essere superati da un’auto che sfrecciava a 200 km/h. Ne è scaturito un pericoloso inseguimento.
L’accaduto
Sfrecciare a 200 km/h in tangenziale è già di per sé un gesto folle, ma farlo superando a destra e facendo slalom tra le moto della Polizia è quasi surreale. Eppure è successo davvero, a Bologna, dove un giovane di 24 anni si è reso protagonista di un episodio da film d’azione, ma con un finale ben diverso da quello cinematografico. Il ragazzo, alla guida della propria auto, ha sorpreso dieci agenti della Polizia di Stato che, di ritorno dallo stadio Dall’Ara, stavano viaggiando in moto lungo la tangenziale. Con una manovra tanto spericolata quanto pericolosa, il 24enne li ha superati a destra, spingendo sull’acceleratore noncurante della velocità.
Inseguimento da film
Non appena resisi conto di quanto accaduto, gli agenti si sono lanciati all’inseguimento. Dieci moto della Polizia, tutte insieme, nel tentativo di fermare un’auto che continuava la sua corsa senza accennare a rallentare. La scena raccontata dagli agenti è durata diversi chilometri con le moto che hanno raggiunto i 203 km/h per riuscire a raggiungere il conducente che continuava a sfrecciare forse nella speranza di seminarli. Obiettivo però non raggiunto, con la rincorsa che dopo un lungo tratto si è conclusa senza gravi conseguenze né incidenti. A quel punto la vettura è stata circondata e al giovane è stata sanzionata la multa.
La multa
La parte più sorprendente di tutta la vicenda è forse proprio la sanzione. Perché, nonostante la condotta pericolosa, la multa inflitta ammonta “solo” a 200 euro, accompagnata dalla decurtazione di 10 punti dalla patente. Una cifra che ha già fatto discutere, soprattutto se confrontata con la gravità del gesto. Alcuni utenti sui social si sono chiesti come sia possibile che un episodio del genere, con tanto di sorpassi a destra e velocità doppia rispetto ai limiti consentiti, si traduca in una multa tutto sommato modesta, visto che la legge parla di numeri ben più alti in caso di un superamento di 60 km/h rispetto al limite consentito.
Oltre ai dubbi resta comunque un monito importante: la tangenziale non è una pista, e gesti del genere mettono a rischio non solo chi li compie, ma anche chiunque si trovi nei paraggi. Stavolta è andata bene, ma l’esito poteva essere ben diverso.
Una riflessione necessaria
L’episodio di Bologna riaccende il dibattito sulla sicurezza stradale e sulle sanzioni previste per chi mette a repentaglio la vita altrui. Il limite dei 90 km/h, spesso percepito come elastico, non è una semplice formalità, ma una soglia calcolata per garantire la sicurezza in caso di emergenza o manovre improvvise. L’idea che la velocità sia sinonimo di controllo o abilità è un mito duro a morire. In realtà, bastano pochi secondi di distrazione o una curva affrontata troppo in fretta per trasformare un “gioco” in tragedia. Le cronache purtroppo lo ricordano spesso.
Nel caso del 24enne bolognese, la bravata si è chiusa con una multa e una patente alleggerita. Ma la prossima volta, un episodio simile potrebbe avere conseguenze ben più gravi.