• 16 Marzo 2025 13:22

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Coronavirus, zona rossa nel cluster San Raffaele-Pisana: 41 contagi

Giu 9, 2020

primo caso a maggio

Si tratta di 24 pazienti trasferiti, uno è un paziente deceduto, 9 sono dipendenti della struttura e 7 sono esterni

di N.Co.

Nas, il comandante Lusi: «Controlli sulle Rsa su incarico di 40 procure»

Si tratta di 24 pazienti trasferiti, uno è un paziente deceduto, 9 sono dipendenti della struttura e 7 sono esterni

9 giugno 2020


3′ di lettura

Mai abbassare la guardia. Nella Capitale è esploso un focolaio all’Ircss San Raffaele alla Pisana che ha raggiunto, con i 6 nuovi positivi dell’8 giugno, un totale di 41 persone infettate dal coronavirus. Tanto che la Procura di Roma ha dato incarico ai Nas di svolgere un accertamento preventivo per stabilire se aprire un fascicolo d’inchiesta. I Nas dovranno accertare i principi autorizzativi della struttura, la situazione igienico-sanitaria e l’organizzazione in relazione alle entrate, alle uscite, alla presenza di dispositivi di protezione individuale, di sostanze e macchinari per la sanificazione. Dal 5 giugno è stata disposta la zona rossa, con l’isolamento della struttura, dalla quale si può entrare e uscire solo se autorizzati dalla Asl Roma 3.

Il primo caso un operatore della struttura

Chi sono i 41 contagiati? Lo ha spiegato l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato: «Si tratta di 24 pazienti trasferiti, uno è un paziente deceduto, 9 sono dipendenti della struttura e 7 sono esterni». L’assessore ha spiegato che il primo caso risale a inizio maggio e si tratta di un operatore della struttura. Da indiscrezioni si tratterebbe di un fisioterapista. L’operatore sarebbe rientrato al lavoro dopo 14 giorni di isolamento e due tamponi negativi, senza che fosse attivato il contact tracing. Nel mirino anche alcuni pazienti dimessi il 29 maggio e non controllati nel corso del ricovero, risultati positivi con alcuni parenti. «Al momento il focolaio è circoscritto», ha spiegato l’assessore, ricordando che «questo focolaio dimostra che non bisogna abbassare il livello di attenzione e occorre mantenere il rispetto dei protocolli».

In corso anche un’indagine epidemiologica

«É in corso l’indagine epidemiologica innanzitutto sulle procedure organizzative e i percorsi assistenziali – ha spiegato il commissario straordinario della Asl Roma 3, Giuseppe Quintavalle – per identificare una possibile criticità che possa aver agevolato la diffusione del virus tra i reparti a fronte delle misure di prevenzione adottate. Al momento l’ipotesi più accreditata del caso indice è relativa ad alcuni operatori sanitari, ma si resta in attesa della conclusione dell’indagine epidemiologica». Quintavalle ha confermato il decesso di un paziente «affetto da pluri patologie, positivo al tampone naso-faringeo».

Disposti 1.800 test

Immediate sono state le misure contenimento del focolaio, la gestione dei casi e il loro tracciamento: la Regione Lazio ha previsto di effettuare oltre 1.800 test. Tanto che il drive-in del Forlanini è stato preso d’assalto, con lunghissime code e attese per effettuare i test sierologici disposti per tutti i pazienti dimessi dalla struttura dal 18 maggio e per tutti i loro contatti. Un assalto che ha costretto i vigili a chiudere per un’ora il tratto di strada davanti all’ingresso per evitare assembramenti. Elena, 72enne, da sei ore in attesa, è stata convocata al drive-in del Forlanini perché la figlia ha effettuato un accertamento nei giorni scorsi al San Raffaele Pisana: «Ho una certa età e sono esausta. Avrebbero potuto convocare le persone dividendole in diverse giornate, evitando queste attese interminabili».

Leggi anche

Il contagio silente causato dagli asintomatici

«Il virus rimane per molto tempo nei portatori e catene di contagio subdole fatte da asintomatici si possono propagare in modo silente ed entrare negli ospedali», come nel caso dell’Irccs San Raffaele Pisana di Roma, dove il 4 giugno è stato identificato un nuovo cluster di contagi , ha spiegato Pierluigi Lopalco, docente di Igiene all’università di Pisa e coordinatore della gestione dell’emergenza Covid in Puglia, alla trasmissione Agorà su Rai 3. Per l’epidemiologo, «dobbiamo innanzitutto tenere in sicurezza ospedali e Rsa, dove ci sono persone più fragili» e il coronavirus si diffonde più facilmente. «Se riusciamo a fare questo, una circolazione silente del virus nella popolazione non crea particolari danni al sistema sanitario. Perché se abbiamo un focolaio circoscritto come quello del San Raffaele, ce ne accorgiamo in tempo e il problema si risolve».

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close