• 19 Marzo 2025 21:56

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Vaticano, tutte le tappe della tempesta finanziaria partita da Londra e che ha investito San Pietro

Giu 8, 2020

27 novembre – Il Papa nomina alla presidenza dell’Aif Carmelo Barbagallo, già capo della vigilanza della Banca d’Italia.

Febbraio 2020 – Nell’inchiesta sugli investimenti finanziari e immobiliari della Santa Sede finisce anche monsignor Alberto Perlasca, il prelato che per undici anni è stato a capo della «cassaforte» della Segreteria di Stato vaticana, e che nel luglio 2019 era stato rimosso e poi trasferito da papa Francesco al Tribunale della Segnatura apostolica e si era aggiunto ai cinque funzionari e prelati della Curia sospesi a ottobre. Per anni era stato potente capo ufficio amministrativo della Prima Sezione della Segreteria di Stato, dove si gestisce un tesoretto di circa 700 milioni tra immobili e liquidi, compresi i flussi dell’Obolo di San Pietro, da cui si è agito per l’investimento a Londra.

Aprile 2020 – Il Papa nomina Giuseppe Schlitzer nuovo Direttore dell’Aif, l’Autorità di Informazione Finanziaria della Santa Sede per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Subentra a Tommaso Di Ruzza che il 20 gennaio scorso aveva concluso il suo mandato quinquennale, e che l’ottobre precedente era stato dei cinque (poi sei) funzionai e prelati della Curia sospesi per l’inchiesta.

Maggio 2020 – Il Papa convoca un summit dei capi dicastero per discutere di conti pubblici, in profondo rosso per il calo delle entrate, specie dei Musei rimasti chiusi per tre mesi: deficit statale preventivo per il 2020 a 53 milioni. Viene varato il nuovo codice degli appalti e si avvia la procedura per l’accentramento di tutti i “tesoretti” sparsi per i vari dicasteri – compreso quello della Segreteria di Stato, pietra dello scandalo – dentro l’Apsa, il “Mef” del Vaticano.

Maggio 2020 – Le autorità della Svizzera accettano di collaborare all’inchiesta della Santa Sede sull’operazione che ha portato all’acquisto dell’immobile. È una svolta. Vengono inviati plichi di documenti bancari, da cui poi emergeranno elementi decisivi per le decisioni del Promotore di giustizia.

1 Giugno – Dalla Svizzera esce la notizia – non confermata ufficialmente – di sequestri di conti correnti per svariati milioni che fanno capo a monsignor Perlasca, già capo amministrativo della segreteria di Stato, di Fabrizio Tirabassi e di Enrico Crasso, ex funzionario del Credit Suisse, che ha avuto un ruolo chiave nel gestore i fondi dell’Obolo, anche attraverso i fondi maltesi Centurion.

5 giugno – Il finanziere Gianluigi Torzi, chiamato a deporre in Vaticano per l’inchiesta, viene arrestato con molti capi di imputazione – peculato, truffa, estorsione e autoriciclaggio – e rischia fino a 12 anni di reclusione. Dai verbali degli interrogatori emergono elementi nuovi (ma forse prevedibili): monsignor Carlino, già alla Segreteria di Stato e a lungo segretario particolare di Becciu, afferma che monsignor Pena Parra, Sostituto della Segreteria di Stato e quindi responsabile dei fondi impiegati, dette indicazioni su come agire per l’accordo con Torzi, che poi ha ottenuto 15 milioni per cedere le azioni con diritto di voto (vicenda che per gli inquirenti vaticani configura estorsione).

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