contact tracing
Il dato è stato fornito dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri. L’app sarà testata a partire da lunedì in Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia prima di essere resa operativa su scala nazionale
di Andrea Gagliardi
Il dato è stato fornito dal commissario per l’emergenza Domenico Arcuri. L’app sarà testata a partire da lunedì in Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia prima di essere resa operativa su scala nazionale
7 giugno 2020
2′ di lettura
La app Immuni per il contact tracing, che lunedì 8 giugno inizierà a funzionare in via sperimentale in 4 regioni (Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia, ndr) «è stata scaricata da 2 milioni di italiani». Lo ha detto il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri a ‘1/2 ora in più’ su Rai3. «È una app molto utile e il tracciamento è una componente essenziale per questa fase» ha aggiunto il commissario, dicendosi non preoccupato del fatto che ogni regione stia realizzando una propria App. «Quando studiavo mi dicevano che la moneta buona scaccia quella cattiva – ha concluso – e sono sicuro che Immuni sarà la più utile per le esigenze».
Le regole di Immuni
In effetti, in parallelo all’applicazione scelta dal Governo sono spuntate diverse iniziative locali, nonostante il Garante della privacy italiano abbia chiesto di non procedere in ordine sparso. Invece si continua a registrare un doppio fronte: nazionale e regionale. Prima è arrivata Immuni con le regole a cui dovrà sottostare. Ovvero: niente geolocalizzazione; nessuna limitazione per chi non la scarica; uso di dati anonimi o pseudonimizzati e solo per finalità di sanità pubblica, profilassi, statistica o ricerca scientifica (il titolare del trattamento è il ministero della Sanità); tempi di conservazione delle informazioni ben definiti (al massimo fino al 31 dicembre 2020).
Le app regionali
Contemporaneamente sono arrivate le app di tracciamento regionali. Si stanno muovendo in tal senso il Friuli Venezia Giulia, l’Umbria , la Liguria e anche la Sardegna. La Lombardia ha implementato la app «AllertaOm», nata per gli alert della Protezione civile, con funzionalità connesse all’emergenza sanitaria (per esempio, individuazione di focolai, analisi statistiche ed epidemiologiche). In Sicilia c’è «SiciliaSiCura» pensata soprattutto per i contagiati asintomatici arrivati sull’isola. Basilicata, Lazio, provincia di Trento, Valle d’Aosta e Toscana si sono concentrate sulle app di diagnosi e cura (per esempio, i servizi di telemedicina).
Come funziona il tracciamento nazionale
Tornando a Immuni, in sostanza è una piattaforma che consente di utilizzare le informazioni relative agli spostamenti e ai contatti fra cittadini durante un’emergenza sanitaria. In questo modo, nel caso si sia in presenza di un potenziale contagio (la persona che risulta positiva può segnalare la sua positività all’interno dell’app, ma non è obbligata a farlo), è possibile allertare i cittadini potenzialmente coinvolti e chiedergli di auto-isolarsi. Il contatto viene stabilito grazie all’utilizzo del bluetooth, tecnologia scelta perché funziona anche in assenza di segnale dati. Immuni, come la maggior parte delle app di contact tracing in via di lancio nei Paesi occidentali, è basata sul sistema di exposure notification progettato da Apple e Google.
Cosa succede se entro in contatto con un positivo?
Se si è entrati in contatto con una persona risultata positiva, Immuni invierà una notifica che potrebbe essere la seguente: «Immuni ha rilevato che il giorno X sei stato vicino a un utente Covid-19 positivo. Segui le indicazioni del tuo medico. Rimani a casa per i 14 giorni successivi alla data del contatto».