MILANO – Ore 9:50. I listini azionari sembrano metter da parte la soddisfazione per la presentazione del piano europeo contro il Covid 19 da 750 miliardi: l’annunciata conferenza stampa di Donald Trump sulla questione Cina-Hong Kong agita gli animi. I listini europei aprono in ribasso, dopo i forti guadagni della vigilia. Milano cala dello 0,8%, con il comparto del lusso e automobilistico in maggior sofferenza, in linea con le altre: Francoforte perde l’1,2%, Parigi cede lo 0,85% e Londra lo 0,65%. Senza dare ulteriori dettagli, il presidente Usa ha solo detto di non esser contento di quel che accade intorno alla seconda economia mondiale.
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La dura legge di Pechino per soffocare Hong Kong
dal nostro inviato FILIPPO SANTELLI
Frizioni che hanno pesato sulla chisura di ieri sera a Wall Street: dopo un buon avvio, il Dow Jones ha perso lo 0,58% e il Nasdaq ha lasciato sul terreno lo 0,46%. Per le stesse ragioni, dopo quattro sedute in rialzo ha sofferto anche la Borsa di Tokyo appesantita inoltre dal crollo della produzione industriale scesa del 9,1% ad aprile, ai minimi dallo tsunami e l’incidente di Fukushima a marzo 2011. L’indice Nikkei dei titoli guida è sceso dello 0,18% fermandosi a 21.877 punti mentre il più ampio indice Topix nel finale perde lo 0,87%.
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Trump pensa alle sanzioni e chiude agli studenti cinesi
dal nostro inviato FEDERICO RAMPINI
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La guerra fredda tra Usa e Cina, da che parte sta l’Ue
di BERNARD GUETTA
L’euro apre in rialzo, dopo aver toccato quota 1,11 dollari, e lo yuan cede: la moneta europea passa di mano a 1,1094 dollari e a 118,93 yen. Dollaro/yen cala 107,02. La Pboc, la Banca centrale cinese, ha svalutato lo yuan nei confronti del dollaro, fissando il cambio tra il biglietto verde e la valuta di Pechino a 7,1335, contro il precedente 7,1277. Avvio di giornata in lieve rialzo per lo spread tra Btp e Bund che segna 187 punti, 3 in più rispetto alla chiusura di ieri ma sempre ai minimi dalla fine di marzo. Il rendimento del titolo decennale italiano è all’1,45%.
Quotazioni dell’oro poco mosse sui mercati asiatici con gli investitori cauti con le rinnovate tensioni tra Pechino e Washington. Il lingotto con consegna immediata avanza leggermente a 1.720,8 dollari l’oncia (+0,1%). Continua invece a soffrire il petrolio, i cui prezzi sono in calo per il rialzo delle scorte settimanali Usa e l’indebolimento della domanda. Sui marcati asiatici i future sul LIght crude Wti cedono dell’1,45% a 33,22 dollari e quelli sul Brent calano dell0 0,6% a 35,08 dollari al barile. Intanto L’Arabia Saudita e gli altri paesi Opec+ puntano a estendere gli attuali tagli di 9,7 milioni di barili al giorno fino a dicembre.