La Puglia vota No. Con il 67,2 per cento, una delle percentuali più alte d’Italia, i pugliesi hanno bocciato la riforma costituzionale. È la Regione governata da Michele Emiliano a schierarsi in maniera massiccia sul fronte anti Renzi. Il governatore, che pure non aveva voluto fare campagna elettorale in prima linea come era accaduto invece per il referendum sulle trivelle, ha sostenuto le ragioni del No. “Utilizzare maldestramente la Costituzione che ci unisce per consolidare o indebolire una leadership temporanea del Paese è stato un errore imperdonabile” aveva detto Emiliano alla vigilia dell’apertura dei seggi. E aveva poi dichiarato il suo voto contrario.
Il No ha vinto in tutte le province pugliesi. Il distacco più ampio nel Brindisino, nella provincia il No ha toccato quota 69 per cento. Picchi del 68 per cento in provincia di Taranto e in provincia di Bari. Seguono la Bat al 67,1 per cento e Foggia al 65,6 per cento. La percentuale più alta di Sì, invece, è stata nella provincia di Lecce dove i favorevoli alla riforma sono stati il 35 per cento contro il 64 per cento di contrari.
A pesare di più nella bocciatura è stato il voto delle grandi città. La batosta più grande per Renzi è arrivata da Foggia e da Brindisi. Nei due capoluoghi di provincia, amministrati da coalizioni di centrodestra, il No è andato oltre il 71 per cento. Sonora sconfitta del Sì anche a Bari, ed è quella che pesa di più politicamente. Nel capoluogo pugliese ha stravinto il No al 68 per cento.
Il Sì, portato avanti dal primo cittadino e presidente Anci Antonio Decaro, si è fermato al 31 per cento. È la debacle del renzismo proprio nella città del sindaco dem vicinissimo al premier. A sostegno della riforma Decaro aveva mobilitato tutti i suoi ed era riuscito a ottenere il consenso dell’intera giunta. Anche i consiglieri comunali di maggioranza avevano seguito la linea del sindaco. Ad eccezione di tre eletti del centrosinistra tra cui proprio il capogruppo Pd a Palazzo di Città Marco Bronzini. La mobilitazione di Decaro, però, non è bastata ad arginare la valanga di No a Bari città.
Caporetto annunciata per il Sì a Taranto. Il capoluogo jonico ha bocciato la riforma costituzionale con il 69 per cento delle preferenze. Un risultato in larga parte prevedibile nella città dell’Ilva. Proprio alla vigilia del voto, infatti, era scoppiata la polemica per l’emendamento da 50 milioni di euro alla legge di bilancio cancellato in una notte.
A Lecce, governata dal sindaco di centrodestra Paolo Perrone, il no si è fermato al 65,5 per cento mentre nel nord barese, ad Andria, i no sono arrivati al 68,8 per cento. In vantaggio il no anche a Trani con il 69,1 per cento.
L’affluenza in tutta la Puglia è stata del 61,7 per cento, circa 7 punti in meno rispetto alla media nazionale.
Il Comune con più votanti è stato Poggiorsini, in provincia di Bari, con l’83,7 per cento di affluenza ai seggi mentre a Carpino, in provincia di Foggia, si è registrato il numero più basso di votanti, il 36,5 per cento degli aventi diritto. Da segnalare da un lato Villa Castelli, nel brindisino, con il più alto numero di No al 78,5 per cento; dall’altro Noci dove il No, seppure in largo vantaggio, scende al 54,7 per cento.