MILANO – L’Italia si rimette in moto dopo il lockdown per il coronavirus. Gradualmente, fabbriche e città tornano a fluire in un tentativo di ritorno alla normalità.
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Da Roma a Milano, il racconto delle prime ore del mattino visto dai punti nevralgici delle città dice di una maggior presenza di persone nelle strade e sui mezzi pubblici, del ritorno di qualche coda quando scatta il rosso dei semafori. Gente in fila è segnalata alla Stazione Centrale di Milano: un centinaio di persone, ordinate, per prendere il primo Frecciarossa verso Roma e Napoli. Ma nel complesso di una situazione ancora lontana dal normale, ferragostana. Con i ripetuti inviti alla prudenza che arrivano da tutti i livelli: dalla sindaca Raggi agli altoparlanti dell’Atm, l’azienda milanese del trasporto che ha inaugurato anche delle aree di pit-stop per i bus, dove sanificarli. A Napoli si segnala un traffico costante sulla tangenziale, con controlli rafforzati.
Per i 4,4 milioni di lavoratori interessati dallo scongelamento di queste ore, principalmente al Nord e di età avanzata (la mappa), comincia un nuovo modo di andare al lavoro. Ad attivarsi sono vasti comparti del Made in Italy: la manifattura, le costruzioni, il commercio all’ingrosso legato ai settori in attività, che vanno da tessile e moda, ad automotive e fabbricazione di mobili.Operai in coda e poi, uno dietro l’altro, l’ingresso in fabbrica passando per il termoscanner che indica la temperatura corporea: così questa mattina alle sette ha ripreso l’attività all’interno degli stabilimenti Iveco di Brescia. “La situazione è stata tranquilla. La coda all’esterno si è smaltita velocemente”, ha spiegato all’Ansa il segretario della Cgil di Brescia, Francesco Bertoli. Ad ogni operaio è stato consegnato un kit contenente mascherine, gel mani e guanti. Come in molti altri casi, dopo che le operazioni propedeutiche al riavvio avevano già portato alcuni ritorni nelle scorse settimane, questo lunedì segna ancora una tappa parziale perché sugli oltre 1900 operai oggi ne sono entrati in fabbrica all’Iveco circa 400. Il resto riprenderà lunedì prossimo.
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Lenta ripresa delle attività anche nello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco dove stamattina, per il primo turno, hanno varcato i cancelli, insieme agli operai già rientrati la scorsa settimana nel reparto stampaggio, anche una trentina di addetti del reparto affidabilità. Saranno una novantina le tute blu dell’affidabilità che lavoreranno su tre turni fino al 7 maggio, quando altri 55 operai, sempre divisi sui tre turni, si aggiungeranno ai colleghi già rientrati.
A fronte della ripresa a Termoli, domani ci sarà anche un incremento dei lavoratori nel reparto logistico di Nola, dove la scorsa settimana avevano ripreso a lavorare una trentina di tute blu divise su due turni. Lunedì 27 aprile erano rientrati a Pomigliano un centinaio di lavoratori del reparto stampaggio, divisi sui tre turni, per far fronte alla ripresa delle attività alla Sevel per la produzione del Ducato. Entro fine settimana, quindi, saranno al lavoro circa 350 dipendenti sugli oltre 4700 addetti dello stabilimento di Pomigliano e del reparto di Nola. Per il momento resta invece ferma la produzione della Panda.