Conferma almeno, come detto in audizione alla Camera, che sul cumulo delle sospensioni di termini amministrativi con quelli dettati dell’emergenza si lavora a una norma?
Confermo che occorre una norma che introduca una sospensione specifica sui versamenti di somme dovute per atti deflativi del contenzioso come possono essere gli accertamenti con adesione, conciliazioni, rettifica e liquidazione o di recupero. Una norma che sia in grado di riallineare i termini processuali e di pagamento collegati alle diverse fasi processuali.
La possibilità di garantire la liquidità alle imprese e ai contribuenti in questa fase passa anche per una velocizzazione dei servizi e soprattutto dell’erogazione dei rimborsi. Avete in programma interventi mirati in questo senso?
L’attività di liquidazione dei rimborsi da parte degli uffici che erogano servizi ai contribuenti è in linea con quanto ci chiede e ci ha chiesto a più riprese la Commissione europea. Certo, in questo nuovo mondo post Coronavirus, che chiede misure e interventi eccezionali anche fuori dagli schemi classici, se l’Agenzia delle Entrate fosse esonerata per i prossimi mesi a non dover rispondere ai contribuenti sulle attività di controllo e riscossione anche se conclusa nell’anno, si potrebbe concentrare sui servizi ai contribuenti con un processo di maggiore digitalizzazione, ampliando le risorse umane da destinare all’erogazione dei rimborsi.
In audizione alla Camera ha ricordato che nel magazzino della Riscossione ci sono ruoli per 954,7 miliardi di tasse e contributi non incassati. C’è aria di una nuova rottamazione, la “quater”?
È questione politica. Certo è che il tema “magazzino della riscossione” richiede più di una riflessione. Un tema che io ho portato all’attenzione del Parlamento nel 2015 come amministratore delegato dell’ex Equitalia. È un tema che va affrontato con la consapevolezza che in nessun Paese occidentale l’agente della riscossione mantiene nel suo magazzino un periodo così lungo di anni di imposta. In media dovrebbero essere tre o quattro anni. E la rottamazione in sostanza può essere un tema per approfondire e risolvere il problema del magazzino della riscossione. Questo per garantire all’agente pubblico della riscossione di concentrare la sua attività di recupero su elementi effettivamente aggredibili. Oltre il 60% di quei 954 miliardi riguarda soggetti falliti, defunti o nulla tenenti.
Per restare sul decreto aprile cosa possiamo rispondere ai tanti contribuenti che chiedono di poter detrarre il costo delle mascherine?
Non serve una norma specifica. Con una circolare che firmerò in settimana l’Agenzia chiarirà che i cittadini potranno portare in detrazione i costi per i dispositivi individuali per il distanziamento, le mascherine appunto, purché siano riportino la certificazione Ue e del ministero della Salute.
Nel mondo post Coronavirus, come si colloca il lavoro agile nell’attività dell’amministrazione finanziaria?
Un ringraziamento ai lavoratori e alle organizzazioni sindacali, nonché a Sogei e all’information technology dell’Agenzia è d’obbligo. Siamo riusciti a portare in lavoro agile tutti i dipendenti delle Entrate e quelli della Riscossione. Hanno la possibilità di operare da remoto, in telelavoro, videoconferenza o con posta certificata. Pochi sono i servizi che offriamo al pubblico direttamente in ufficio. È chiaro che ci siamo dovuti reinventare sia nei rapporti con i contribuenti sia in quelli tra colleghi. Ma ritengo che questo periodo rappresenti una grande conquista dell’amministrazione finanziaria a cui non possiamo rinunciare. Con forme tutte da studiare e condividere, quando l’emergenza sarà superata, si potranno individuare forme di turnazione per facilitare la vita sociale e lavorativa dei dipendenti.