L’INDICAZIONE DI CONTE
Il presidente del Consiglio: «Possibile intervenire quando avremo delle situazioni critiche circoscritte, e chiudere il rubinetto»
di An.C.
27 aprile 2020
3′ di lettura
Una riapertura molto graduale con un occhio costantemente puntato sulla curva dei contagi. Se dopo il 4 maggio dovessero tornare a salire, si tornerà indietro. L’Italia guarda alla data fissata dal governo per l’avvio della “fase 2”, fra le cautele per i rischi di una riapertura. Il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, avverte: «Se i contagi risalgono, siamo pronti a nuovi stop». Ma quando potrebbero scattare questi nuovi stop?
Conte: ministro Speranza indicherà soglie sentinella
Nella conferenza stampa in cui ha fornito indicazioni su quello che accadrà nei prossimi giorni il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato che a tre giorni dall’adozione del nuovo decreto (il Dpcm firmato la sera del 26 aprile e atteso il 27 in Gazzetta ufficiale) il ministro della Salute «indicherà quelle che sono delle soglie sentinelle. Sulla base di questi parametri – ha aggiunto – avremo la possibilità di intervenire quando avremo delle situazioni critiche circoscritte, e di chiudere il rubinetto. Non possiamo permetterci un andamento che vada fuori controllo». «Le Regioni – ha concluso Conte – ci forniranno con cadenza giornaliera i dati sull’andamento della curva e sulla situazione di adeguatezza del sistema sanitario regionale. Con questi dati potremo verificare se ci sono situazioni critiche e a quel punto potremo intervenire con chiusure circoscritte». «Ogni giorno – ha poi chiarito il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia in un’intervista a La Stampa – le Regioni dovranno fornire una comunicazione al governo per fare il punto sulla situazione dei contagi. A metà settimana uscirà il decreto del ministro Speranza sul metodo. In sintesi: più contagi, più restrizioni. Meno contagi, più aperture».
Il tasso di contagiosità
Quando Conte fa riferimento ai dati sull’andamento della curva epidemiologica, fa riferimento soprattutto al tasso di contagiosità, il valore Ro («erre con zero»). È il “numero di riproduzione di base”, ovvero il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione completamente suscettibile, cioè mai venuta in contatto co il nuovo virus. È questa la prima “soglia sentinella”. Se R0 è uguale a uno, significa che una persona ne contagia una. L’obiettivo è tenere questo parametro sotto l’uno. Le regioni dovranno comunicare questo valore. Nel caso in cui dovesse salire, scatterebbe una nuova chiusura. La trasmissione asintomatica è il vero tallone d’Achille della pandemia di Covid-19.
I Covid hospital
Un altro parametro che sarà preso in considerazione è quello della disponibilità di posti nelle strutture destinate ai malati Covid-19. I posti in terapia intensiva attivati finora, in pochi mesi sono passati da poco più di 5mila a 9mila. Ogni Regione dovrà individuare i Covid hospital dedicati all’emergenza (o almeno quei reparti separati dagli altri per evitare possibili contatti tra i malati di Covid e gli altri pazienti).
Arcuri: «Abbiamo le mascherine per gestire la fase due»
Il Dpcm sulla fase due prevede che «possono essere utilizzate mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso». La disponibilità di questi dspositivi sul territorio rappresenterà un’altra “soglia sentinella”. Il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri ha firmato l’ordinanza che fissa il prezzo fisso delle mascherine, come annunciato dal premier Giuseppe Conte in conferenza stampa. L’ordinanza si compone di un solo articolo: «il prezzo finale di vendita al consumo dei prodotti indicati nell’allegato 1, praticato dai rivenditori finali – è scritto – non può essere superiore, per ciascuna unità, ad € 0,50, al netto dell’imposta sul valore aggiunto». Nei giorni scorsi Arcuri ha assicurato: «Siamo pronti a distribuire tutte le mascherine che serviranno per gestire la fase 2», sottolineando che sono stati distribuiti 138 milioni di mascherine e che le Regioni hanno 47 milioni di mascherine nei magazzini. Arcuri ha poi annunciato che è stato siglato un accordo con 2 imprese italiane per realizzare 51 macchinari che produrranno tra 400 e 800mila mascherine al giorno. Macchine che lo Stato acquisterà. «Arriveremo presto a produrre almeno 25 milioni di
mascherine al giorno», ha concluso.