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Governo spiazzato da Zaia – L’HuffPost

Apr 24, 2020

Nel fai da te dell’uscita dall’emergenza, Luca Zaia ha deciso di correre più forte degli altri, nel giorno in cui in Veneto si registrano 348 contagi in più rispetto a ieri. Il governatore leghista vuole arrivare per primo al traguardo della normalità, tutta ancora da definire, e a “sorpresa”, sono le sue parole, annuncia una nuova ordinanza per “togliere dalle 15 di oggi tutte le restrizioni rimaste”.

Mentre Palazzo Chigi ragiona su quando convocare la prossima cabina di regia con le Regioni, in un clima sempre più nebuloso e in un contesto di incertezza, che percorre la Penisola a ogni latitudine, lo scatto di Luca Zaia aumenta la confusione. E pare chiaramente dettato da ragioni politiche che spiazzano infatti, ancora una volta, l’esecutivo: “Sarebbe stato meglio ragionare tutti insieme”, dicono negli ambienti di Governo. Anche se, in questa fase, non vogliono scatenare il conflitto con il Veneto. Anche perché Zaia è una sponda preziosa dentro la Lega rispetto al muscolarismo di Salvini con il quale il premier Giuseppe Conte non ha alcun tipo di interlocuzione.

La Lega che si è mossa un po’ alla cieca durante la fase dura dell’emergenza adesso prova in tutti i modi a sfruttare le difficoltà del presidente del Consiglio e soprattutto la stanchezza degli italiani e le loro angosce per l’immediato futuro. Non è un caso se, solo la settimana scorsa, era stato l’altro governatore leghista, quello della Lombardia, Attilio Fontana, a mordere il freno per la ripresa anche a dispetto della situazione ancora grave in cui versa la sua regione. Solo ieri 1.073 nuovi contagiati rispetto al giorno precedente. Ed è per questo che pochi minuti dopo da quell’annuncio, il presidente campano Vincenzo De Luca, in questa prova simulata di disunità d’Italia, annunciò che “qui in Campania non faccio entrare nessuno”. E proprio Zaia replicò: “Non è il Nord che fa la guerra al Sud. È il Sud che fa la guerra al Nord”.

La tragedia Covd-19 sta facendo emergere insomma tutte le contraddizioni e le conflittualità che il modello regionalista italiano ha nel suo corpo. Da questo dipende anche il susseguirsi agitato di riunioni tra lo Stato centrale e gli Enti locali. Durano fino a notte fonda, solo giovedì sera si è conclusa l’ultima, e ora a distanza di neanche ventiquattro ore Zaia esce da questo percorso – pur assicurando che la sua ordinanza “non si contrappone” alle regole di Roma, ma lavora sull’interpretazione delle stesse – e si muove in autonomia lasciando sbigottiti non pochi ministri. E a breve, tra sabato e domenica, ci sarà un altro incontro, ormai se ne contato a decine e ogni volta si rinvia all’appuntamento successivo il nodo delle decisioni. E nel frattempo non c’è Regione che non prenda una sua iniziativa.

Quindi ecco come cambia il Veneto, a dispetto di tutte le altre Regioni. Sarà consentito il take away previa ordinazione online e garantendo ingressi per il ritiro dei prodotti scaglionato. Se prima le cartolerie, le librerie e i negozi di abbigliamento per bambini potevano aprire solo due giorni a settimana, ora sarà sempre consentito. Ma soprattutto è ammessa l’esecuzione di lavori pubblici di strade, autostrade e infrastrutture a prescindere dal codice Ateco.

Le imprese – è il nuovo affondo del governatore – “non vedono ancora l’effetto degli aiuti del governo, partiamo penalizzati rispetto agli altri Paesi dove hanno avuto aiuti poderosi, soldi sul conto corrente non in forma di prestiti dalle banche”. Parole in linea con la predicazione di Salvini. Tra i due le diversità politiche interne al mondo leghista esistono ma adesso non è interesse di Zaia farle risaltare. Il vero fronte è la battaglia tra le Regioni e il governo centrale e tra le Regioni l’una contro l’altra.

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