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Petrolio choc, prezzo in negativo per il texano (Wti): meno 37 dollari, prima volta nella storia. Domanda di energia giù

Apr 20, 2020

MILANO – Mercati incerti mentre si assiste a un nuovo crollo del petrolio. Il greggio affonda con la qualità Wti del Texas, il riferimento per il mercato americano, che scende sotto i 15 dollari al barile, toccando i minimi dal 1999. Come nota Bloomberg, il contratto a maggio è in scadenza e questo ne assottiglia i volumi, esacerbando il crollo dei prezzi. Tiene infatti molto meglio il Brent, in queste ore. L’agenzia Usa riporta che un centro di stoccaggio di oro nero in Oklahoma sarebbe ormai vicino alla massima capacità, mentre si dice di prodotti petroliferi per i quali in Texas si offrono ormai 2 dollari a barile. Insomma, un quadro che rende del tutto insufficiente il piano Opec e G20 di tagli alla produzione per riequilibrare il mercato.

Con questo scenario energetico apocalittico, le Borse asiatiche hanno trattato miste, mentre i listini del Vecchio continente si muovono poco sopra la parità: Milano sale dello 0,3%, Londra dello 0,2%, Parigi dello 0,1% mentre Francoforte aggiunge lo 0,4 per cento. A Piazza Affari si mette in evidenza Diasorin, dopo l’annuncio che il test sugli anticorpi sul Covid-19 ha ricevuto il marchio Ce.

Gli investitori cercano di capire se le prospettive di ripartenza economica post coronavirus sono concrete, mentre tengono d’occhio le trimestrali in pubblicazione. Per l’Italia, la prova importante è il vertice dei leader europei del prossimo 23 aprile che avrà sul tavolo la proposta di Ursula von der Leyen di lanciare bond da mille miliardi – in capo alla Commissione – per gestire la ripresa.

Apertura in lieve calo per l’euro. La moneta unica segna 1,084 dollari con un ribasso dello 0,29%. Sale invece lo spread tra Btp e Bund tedeschi: il differenziale di rendimento tra i decennali segna 232 punti contro i 226 della chiusura di venerdì. Il rendimento del decennale italiano è pari all’1,85%.

La Borsa di Tokyo ha chiuso la prima seduta della settimana in calo arretrando dai massimi in sei settimane, pagando anche il calo delle esportazioni di quasi il 12% in marzo. Il Nikkei ha perso l’1,15% a quota 19.669,12, cedendo 228 punti. Sul mercato dei cambi lo yen è rimasto stabile sul dollaro a 107,80, e a un livello di poco superiore a 117 sull’euro. In Cina, la Banca centrale (Pboc) è intervenuta come d’attese in sostegno alla liquidità del sistema finanziario tagliando per la seconda volta nel 2020 il Loan prime rate (Lpr), tra i tassi preferenziali offerti dalle banche commerciali ai clienti migliori e un riferimento sui tassi applicati agli altri prestiti: l’Lpr a un anno, spiega una nota, è limato di 20 punti base, al 3,85%; quello a 5 anni di 10 punti base al 4,65%.

Wall Street riparte dal balzo di venerdì 17, quando il Dow Jones ha recuperato il 3% rivedendo la soglia di 24 mila punti grazie all’ottimismo sulle tempistiche per un’eventuale riapertura dell’economia dopo che, stando a un report, il farmaco Remdesivir di Gilead Sciences (+9,73% a 83,99 dollari) ha mostrato efficacia nel curare alcuni pazienti di covid 19 a Chicago. Ma ha aiutato anche il balzo di Boeing (+14,72% a 154,00 dollari) dopo che il colosso aerospaziale ha annunciato che potrebbe riaprire alcuni impianti nell’area di Seattle a partire da oggi.

In calo il prezzo dell’oro sui mercati. Il metallo con consegna immediata scende dello 0,48% a 1674 dollari l’oncia.

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