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Sully, il miracolo dell’Hudson targato Eastwood

Dic 1, 2016

giovedì 1 dicembre 2016 10:14

Raccontare un film che parla di un disastro aereo (sfiorato) poche ore dopo uno avvenuto realmente non è così facile. E’ fresca ancora nella mente di tutti la tragedia di Medellin e la scomparsa della squadra della Chapecoense. I passeggeri del “miracolo dell’Hudson” si pongono in netto contrasto con quelli della sciagura colombiana, lasciando uno spiacevole senso di ‘sliding doors’.


Se razionalmente si tiene da parte questo aspetto, il racconto dell’ultimo lavoro cinematografico di Clint Eastwood è un piacere per gli occhi. Il suo Sully racconta la storia di Chesley Sullenberger, pilota eroe che è riuscito in una fredda mattina di gennaio a far ammarare il suo aereo sul fiume Hudson dopo uno scontro con uno stormo di uccelli. Risultato: 155 passeggeri, 155 sopravvissuti.

Sully è un erore per tutti, tranne che per il National Transportation Safety Board (NTSB), l’agenzia investigativa indipendente del Governo degli Stati Uniti. Per alcuni burocrati il comandante avrebbe potuto atterrare in sicurezza in uno dei due aeroporti nonostante l’avaria, perché c’erano le condizioni necessarie per farlo e perché delle fredde analisi compiute al simulatore lo confermerebbero.

Il personaggio di Sully è complesso e viene esaltato dall’ottima recitazione di Tom Hanks che riesce a trasmettere con la semplicità di uno sguardo le emozioni dell’eroe messo in discussione. Sully è una persona umile che si ritrova improvvisamente al centro della scena in un circo popolato da sciacalli e colombe. Il comandante prima appare determinato e sicuro delle scelte fatte, poi si lascia travolgere dai dubbi. Clint Eastwood è superbo nel raccontare lo stato d’animo di Sully che troverà poi il modo di uscirne grazie alla sua freddezza. Un riscatto in piena regola. Lo scontro fra il pilota-uomo che si ritrova davanti a decisioni quasi impossibili da prendere e l’NTSB che veste i panni della fredda macchina burocratica è da applausi. Il film (il più breve come durata mai diretto da Clint Eastwood) scorre via che è un piacere, per gli occhi e per la mente. Da non perdere.

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