MILANO – L’erogazione dei finanziamenti garantiti dallo Stato preoccupa i sindacati dei bancari. Come già registrato per altre “prestazioni” collegate all’emergenza coronavirus – si possono ricordare gli alert dei Consulenti del Lavoro sulla cassa integrazione – anche nella gestione della crisi di liquidità gli addetti in prima fila temono ritardi nei servizi che potrebbero esasperare le preoccupazioni degli imprenditori, fino a sfociare in episodi di tensione.
I sindacati dei bancari temono infatti episodi di “violenza contro le lavoratrici e i lavoratori bancari” da lunedì per le richieste di finanziamenti previste dal decreto imprese. E’ quanto si legge in una lettera inviata dai segretari generali di Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca e Unisin alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, in cui le sigle chiedono “un intervento volto a rafforzare la sicurezza sociale, a tutela della sicurezza di chi si trova sui posti di lavoro e della clientela bancaria tutta”.
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I sindacati temono che gli istituti non siano immediatamente operativi. “Secondo le informazioni in nostro possesso – proseguono infatti – alcune banche non sono ancora pronte, poiché non hanno predisposto le circolari interne né hanno modificato le procedure per poter accogliere le richieste da parte della clientela”. Una situazione che, a loro dire, “potrebbe generare tensione fra i clienti che si recheranno nelle filiali e i bancari, sfociando in fenomeni di violenza che già sono stati registrati, a danno delle lavoratrici e dei lavoratori bancari, in queste ultime settimane”. “Monitoreremo costantemente la situazione sull’intero territorio nazionale – avvertono – e denunceremo prontamente situazioni critiche e pericolose, così come faremo i nomi delle banche che effettivamente si riveleranno impreparate”.

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Le preoccupazioni di Bankitalia sul debito che si accumulerà
La Banca d’Italia sposa intanto le preoccupazioni di molte imprese su quel che accadrà dopo la fase di emergenza. “Per far fronte all’emergenza economica determinata dalla pandemia – si legge in uno studio pubblicato da Via Nazionale – i governi di molti paesi hanno adottato ampi programmi di garanzie pubbliche sul credito fornito dalle banche alle imprese. Nel breve periodo queste misure sono essenziali per impedire che le carenze di liquidità si trasformino in situazioni di insolvenza. Nella fase di uscita dall’emergenza saranno però necessarie politiche che favoriscano la riduzione del peso del debito”. Secondo Palazzo Koch, dunque, “è urgente la necessità di intraprendere ulteriori misure che permettano alle imprese di ritornare in breve su livelli di indebitamento prossimi a quelli precedenti alla crisi da Covid-19”.