ROMA – Ore 9:40. Andamento poco mosso per lo spread tra Btp e Bund tedeschi all’indomani della discesa di martedì: il differenziale di rendimento tra decennali italiani e tedeschi è in area 175 punti, spinto al ribasso dalle voci secondo la quale la Bce sarebbe pronta ad aumentare gli acquisti dei nostri Btp se una eventuale vittoria del No al Referendum del 4 dicembre causasse un forte aumento dello spread. Il rendimento del bond decennale italiano sul mercato secondario si mantiene sotto la soglia del 2 per cento, a quota 1,95%.
Le Borse europee trattano positive con Milano in rialzo dello 0,6%. In grande spolvero il Monte dei Paschi, che conferma il recupero della vigilia, mentre le banche nel complesso trattano in ordine sparso. Londra è poco sopra la parità, Francoforte sale dello 0,3% e Parigi dello 0,2%. Dal fronte macroeconomico si registra la crescita dell’inflazione in Francia, con un +0,7% annuale, mentre preoccupa la bocciatura di Rbs agli stress test sulle banche da parte dell’istituto centrale britannico. L’euro è in calo sulla divisa statunitense, stamani all’apertura dei mercati valutari. La moneta unica europea viene scambiata a 1,0628 dollari, rispetto al valore di 1,0649 fatto registrare ieri.
In mattinata, l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso su livelli assolutamente stabili (+0,01%) a 18.308,48 punti, supportato da uno yen tornato a indebolirsi sopra quota 112 nei confronti del dollaro. I mercati asiatici non evidenziano una direzione precisa: gli investitori sono in attesa della riunione di oggi dei Paesi produttori di petrolio e dei dati venerdì sull’occupazione negli Usa. La produzione industriale giapponese a ottobre è salita dello 0,1% rispetto al mese precedente, in crescita per il terzo mese consecutivo di incremento. Un dato leggermente superiore alle aspettative, legato alla ripresa delle esportazioni. E’ successo, ad esempio, per l’export di autoveicoli che è aumentato dell’1,7% rispetto a un anno prima (con una produzione mensile scesa del 4%). La costruzione di nuove case in giappone ha fatto un balzo del 13,7 per cento.
Alla Borsa di Seul spicca il forte rialzo di Samsung Electronics, le cui azioni hanno toccato un record storico dopo la promessa di maggiori dividendi agli azionisti (per 3,4 miliardi) e di una struttura societaria più razionale (su sollecitazione di alcuni azionisti esteri). Chiusura negativa invece per le Borse cinesi di Shanghai e Shenzhen. L’indice Shanghai Composite cede l’1% a 3.250 punti, lo Shenzhen Component lascia sul terreno lo 0,2% (a 11.012 punti).
Osservato speciale di giornata è il petrolio, il cui prezzo segna una lieve risalita sui mercati in attesa della chiusura del vertice Opec a Vienna, dove le posizioni di Iran e Arabia Saudita oscillano tra avvicinamenti e riampliarsi delle distanze sulle quote di produzione. Sui mercati cresce intanto l’ottimismo e le quotazioni fanno un balzo superiore al 3%: nel dettaglio il Wti sale del 3,34% a 46,74 dollari, mentre fa ancora meglio il Brent che sul mercato londinese dell’Ice guadagna il 3,71% a 48,1 dollari.
In blu il crollo dei prezzi del petrolio, a partire dall’estate del 2014, cui non ha fatto seguito un taglio della produzione dell’Opec (linea bianca)
Novembre sarà mese da dimenticare per l’oro, che si appresta a chiudere con un passivo del 6,8%. Il metallo con consegna immediata sale oggi 0,2% a 1190 dollari l’oncia ma, nel mese appena trascorso, ha sofferto del prossimo rialzo dei tassi della Fed e del rafforzamento del dollaro che hanno fatto rifluire gli investitori versi gli asset Usa tralasciando i beni rifugio.