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Coronavirus, fumata nera all’Eurogruppo: “Manca l’accordo sull’uso del Mes” – Il Fatto Quotidiano

Apr 8, 2020

Si conclude con un nulla di fatto la riunione dei ministri delle Finanze europei chiamati a trovare un punto d’incontro da proporre al prossimo Consiglio Ue sulle misure economiche da adottare per sostenere i Paesi più colpiti dalla pandemia di coronavirus. Una fumata nera che arriva dopo 16 ore di colloqui in videoconferenza tra i 27 titolari del Tesoro iniziata alle 16 di martedì e conclusasi solo alle 8 di mercoledì mattina.

Ad annunciare lo stop ai colloqui e il rinvio dell’Eurogruppo a giovedì, con conseguente annulamento anche della conferenza stampa che era prevista per le 10 di mercoledì, è stato il presidente Mario Centeno su Twitter: “Dopo 16 ore di discussione – ha scritto – ci siamo avvicinati a un’intesa ma ancora non ci siamo. Ho sospeso l’Eurogruppo che riprenderà domani. Il mio obiettivo rimane quello di creare una forte rete di protezione contro le conseguenze del Covid-19“. “Nonostante i progressi, nessun accordo ancora all’Eurogruppo – ha scritto su Twitter il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri – Continuiamo a impegnarci per una risposta europea all’altezza della sfida del Covid-19. È il momento della responsabilità comune, della solidarietà e delle scelte coraggiose e condivise”.

Il messaggio della Commissione europea è stato invece affidato al commissario agli Affari Economici, Paolo Gentiloni, che su Twitter ha scritto: “All’Eurogruppo rinvio senza accordo dopo 16 ore di riunione. La Commissione fa appello al senso di responsabilità necessario in una crisi come questa. Domani è un altro giorno”.

Il grande ostacolo rimane il Mes e le condizioni per l’accesso alle linee di credito. Il negoziato svoltosi tra gli schieramenti in campo durante la videoconferenza, secondo fonti europee, è stato “molto duro”. Italia, Spagna e gli altri Paesi favorevoli agli eurobond o altre formule per arrivare all’emissione di titoli del debito comuni hanno tenuto la loro posizione. I Paesi Bassi, invece, non hanno ceduto sulla richiesta dei Paesi del Sud di prevedere l’eventuale ricorso al fondo salva-Stati (Mes) senza le condizionalità attualmente previste per la concessione di prestiti ai singoli Paesi.

I Paesi Bassi, supportati anche da Finlandia e Germania, si sono imposti come capofila del gruppo dei cosiddetti rigoristi. Già prima dell’inizio dell’Eurogruppo, il ministro delle Finanze di Amsterdam, Wopke Hoekstra, aveva dichiarato che la posizione del governo guidato dal liberale Mark Rutte era quella di escludere la possibilità del ricorso agli eurobond, fortemente sostenuti invece da un gruppo di nove Paesi, tra cui Italia, Francia e Spagna, e di non poter accettare un Mes senza condizioni: “L’Olanda era e resta contraria agli eurobond perché aumentano i rischi per l’Europa invece di ridurli – ha scritto Hoekstra su Twitter dopo l’incontro tra i 27 – La maggior parte dei Paesi dell’eurozona sostiene questa linea. Non c’è ancora un accordo sull’uso del Mes”.

Il governo di Mark Rutte ritiene che in una prima fase queste linee di credito dovrebbero essere utilizzate solo per combattere la pandemia di Covid-19, aggiungendo che, una volta superata l’emergenza sanitaria, ci debba essere un accordo per adottare riforme economiche che garantiscano la stabilità finanziaria.

Fonti interne fanno però sapere che sono stati fatti passi avanti verso l’apertura a un fondo per la ripresa basato sulla proposta franco-italiana che prevede titoli del debito comuni, i cosiddetti Recovery Bond.

Posizioni così distanti e colloqui così lunghi fanno aumentare le probabilità che i 27 ministri delle Finanze non arrivino a un testo condiviso, rimandando di nuovo la palla ai capi di Stato e di governo del Consiglio Ue che, però, già al termine dell’ultimo travagliato incontro avevano chiesto ai titolari del Tesoro di inviare al gruppo presieduto da Charles Michel una proposta su cui discutere.

L’incontro era iniziato partendo da una base composta da tre pilastri: il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), il sostegno alle imprese con le garanzie della Bei e il meccanismo di prestiti per coprire i costi della cassa integrazione (Sure). A questi, nella prima bozza, si univa la proposta francese di un Recovery Fund o fondo di solidarietà, di natura temporanea, finanziato con l’emissione comune di titoli.

Il mancato accordo tra i membri dell’Eurogruppo scuote anche i mercati. Le piazze finanziare europee aprono in flessione: a Milano l’indice Ftse Mib segna in avvio un -1,14% a 17.212,38 punti. In rosso anche i listini di Londra -1,44%, Francoforte -0,88% e Parigi -1,22%. Lo spread tra Btp e Bund tedeschi schizza di oltre 10 punti in apertura. Il differenziale è a 206 punti base (dai 192 di ieri sera), con un tasso di rendimento del decennale italiano dell’1,65%.

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