La “battaglia contro il Coronavirus” prosegue, ma, “bisogna evitare di cominciare a pensare che stiamo vincendo e astenersi dal pensare che sia arrivato il momento di tornare alla normalità”. Con queste parole Domenico Arcuri, durante la conferenza stampa per fare il punto sull’emergenza frena sull’ottimismo dato dai numeri degli ultimi giorni che vedono un appiattimento della curva dei contagi, Lo sforzo per affrontare l’epidemia, sottolinea il commissario, “è stato gigantesco”. “I posti letto in terapia intensiva sono diventati 9.284, cioè il 79% in più rispetto agli iniziali 5179”, ha detto, mentre “nei reparti in malattia infettiva e pneumologia ci sono 69.890 rispetto a 34.420, oltre quattro volte di più”. Ma l’impegno sarà ripagato solo “se ognuno farà la sua parte”. Il riferimento è alle immagini circolate sui social che mostrano un aumento delle persone in circolazioni, che, dice ancora Arcuri “vanno deplorate”.
Al momento l’unica data indicata per una (lenta) ripresa è quella inserita nell’ultimo dpcm, e cioè il 13 aprile. Ma è impossibile – concordano gli esperti – pensare di tornare rapidamente alla normalità: la cosiddetta fase 2, quella di convivenza con il virus, ci imporrà ancora rigide distanze interpersonali, “l’unica arma per ridurre il contagio”, come l’ha definita il ministro della Salute Roberto Speranza. Per la riapertura di negozi, bar e ristoranti ci vorrà ancora del tempo: quanto, lo stabilirà l’andamento dell’indice R con zero, l’indice di contagio. Come scrive il Corriere della Sera, adesso oscilla intorno a 1 (una persona ne contagia un’altra) ma deve scendere almeno a 0,5 per pensare di rialzare le saracinesche dei negozi, e deve arrivare praticamente a zero prima di tornare nei luoghi della socialità come stadi, locali e discoteche. Oltre a sale convegni, eventi, concerti.
Si alza il livello di guardia in vista delle prossime festività pasquali: controlli intensificati. Ma si pensa già con preoccupazione ai prossimi ponti – 25 aprile e del 1 maggio – perché scampagnate, pic-nic e grigliate sono esattamente ciò che bisogna evitare per non vanificare gli sforzi compiuti fino ad ora. Anche quando potremo rivedere amici e parenti, almeno per un periodo saranno da evitare i contatti fisici come baci e abbracci. Negozi e bar potrebbero essere tra i primi esercizi a riaprire, ma sempre scaglionando gli ingressi e garantendo sufficiente spazio per i camerieri – almeno due metri – e al bancone: un metro di distanza tra i clienti e con il barista. Per quanto riguarda i mezzi pubblici – scrive ancora il Corriere – probabilmente si potrà viaggiare tenendo sempre un posto vuoto tra i passeggeri. Cinema e teatri saranno tra gli ultimi esercizi a riaprire, non tanto per le sale (dove si possono garantire le distanze tenendo vuoti alcuni posti) ma per le code all’ingresso e i contatti tra gli spettatori all’interno. Cautele ancora maggiori per locali e discoteche. C’è poi la questione mascherine: introvabili, ma probabilmente sarà obbligatorio indossarle per uscire, quando si potrà.
Speranza: “Chi non rispetta norme mette a rischi la sua vita e quella degli altri”– Il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervistato da RaiNews, ha ribadito che “il distanziamento sociale è l’unica arma per ridurre il contagio e dobbiamo insistere su questa strada, l’unica al momento che dà certezze”. Quindi fa appello a tutti al rispetto delle regole: “Siamo consapevoli di aver chiesto sacrifici molto difficili” ma “chi non rispetta le norme mette a rischio la sua vita ma anche quella degli altri, in modo particolare quella dei più fragili. Quindi il mio appello è a continuare ad essere rigorosi”. Con le misure restrittive adottate infatti “l’indice di contagio ha iniziato la discesa“. “L’indice ‘R0’ – ha spiegato Speranza – nel mese di febbraio e nei primi di marzo ha sfiorato i 3, quindi ogni persona contagiata ne contagiava altre 3, producendo una moltiplicazione molto significativa. Con l’applicazione delle misure che abbiamo disposto in maniera rigorosa a partire dal 10 di marzo ha iniziato la sua discesa. Ma la battaglia è ancora nel suo pieno“.
Brusaferro (Iss): “Mascherine? Autorizzazioni già per 50 aziende” – Sulla questione delle mascherine mancanti – o arrivate con il contagocce – è intervenuto il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, in un’intervista al Corriere della Sera: Abbiamo già autorizzato 50 aziende a produrre in attesa che, dopo averci inviato un’autocertificazione, ci consegnino la certificazione completa che dimostri il rispetto dei requisiti di standard richiesti. Solo quando ci arrivano questi elementi diamo il via libera all’autorizzazione al commercio, e lo facciamo in poche ore”. L’istituto, spiega, si occupa di autorizzare le mascherine chirurgiche prodotte da aziende che si sono riconvertite usufruendo del decreto Cura Italia. “La prima azienda ha avuto l’ok il primo aprile (la Fippi di Rho, ndr)”, dice Brusaferro. “I certificati possono essere prodotti da centri universitari e in alcuni casi sono stati i nostri uffici a indicare la strada più veloce da seguire. Puntiamo allo stesso risultato e non è vero che in mezzo c’è la burocrazia”. Per quanto riguarda i modelli con i filtri, gli Ffp 2 e 3 “destinati ai professionisti sanitari esposti a maggiori rischi, non rientrano nelle nostre competenze. Quelle mascherine hanno requisiti diversi, sono studiate per filtrare particelle ancora più piccole”
CORNACA ORA PER ORA
12.27 – Arcuri: “Aumento 79% dei posti di terapia intensiva, sforzo gigantesco”
“I posti letto in terapia intensiva sono diventati 9.284, cioè il 79% in più rispetto agli iniziali 5179”. Così il commissario Straordinario per l’Emergenza Coronavirus, Domenico Arcuri, nel corso di una conferenza stampa. “Nei reparti in malattia infettiva e pneumologia ci sono 69.890 rispetto a 34.420, oltre quattro volte di più. E’ stato fatto uno sforzo gigantesco”
12.20 – Arcuri: “Battaglia non vinta, non si torna a normalità”
“La nostra battaglia contro il Coronavirus prosegue senza sosta dobbiamo però evitare di cominciare a pensare che stiamo vincendo, che abbiamo costretto avversario in un angolo e stiamo per avere il sopravvento: gli indicatori ci dicono solo che stiamo cominciando a contenerne la portata. Ma la sua dimensione seppure non uniforme è ancora rilevante. Bisogna astenersi dal pensare che sia già arrivato il momento di tornare a normalizzare comportamenti”. Lo ha detto il commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri
11.45 – Confindustria Bergamo: “Senza aiuti 1 su 2 destinata a chiudere”
Il 52% delle aziende bergamasche non ritiene di poter continuare la propria attività se non riceverà immediatamente un supporto dal Governo o più in generale dalle istituzioni. Lo afferma il primo Osservatorio mensile di Confindustria Bergamo sull’impatto dell’emergenza: l’84% delle imprese ha già chiesto o richiederà la cassa integrazione al massimo entro sei mesi.
11.30 – A Milano 339 multe
Sono 12.513 le persone state controllate solo nelle ultime 24 ore a Milano e in provincia dalle forze dell’ordine: di queste 339 sono state sanzionate con una multa. Controllati anche 4.325 esercizi commerciali, con 15 denunce.
11.00 – Muore carabiniere nel Salernitano
Il luogotenente Raffaele Palestra, carabiniere in servizio presso il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Salerno, è morto in ospedale a 51 anni a causa delle complicanze di una polmonite da coronavirus. Dal 17 marzo, dopo che era risultato positivo al virus, era stato ricoverato in ospedale.
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