MILANO – Ore 10:00. I sondaggi inglesi danno il “remain” in vantaggio e le Borse prendono fiato dopo una serie di sedute difficili, dando seguito al rimbalzo che si era visto già venerdì scorso: il voto britannico sulla permanenza o meno nell’Unione europea è l’evento dell’anno e gli investitori si muovono al ritmo delle indicazioni che provengono dalle discusse anticipazioni degli istituti del Regno Unito. Il pronostico, in vista delle urne di giovedì, è tornato a spostarsi verso i favorevoli al matrimonio con Bruxelles – complice, in maniera cinica, l’omicidio della laburista Jo Cox – e sui mercati questa prospettiva di stabilità ha premiato già le Borse asiatiche, mentre la sterlina ha messo a segno il maggior rimbalzo dal 2009 riportandosi in area 1,457 contro il dollaro. I listini europei seguono in buon rialzo: Milano segna un guadagno del 2,5%, Parigi sale del 2,8% Francoforte sfiora il +3%e Londra aggiunge il 2,4%.
Le probabilità di vittoria della Brexit (in bianco) e il tasso di cambio della sterlina contro il dollaro (in blu). Il grafico Bloomberg segnala come l’uccisione della deputata Jo Cox abbia ridato slancio ai favorevoli all’Unione e quindi tranquillizzato i mercati
Quanto all’Italia, pur essendo già stata annotata dagli addetti ai lavori, la schiacciante vittoria del M5S alle amministrative di Roma e Torino non genera le ripercussioni che alcuni paventavano (da Barclays parlano di “netta affermazione del partito “anti-establishment”). Lo spread tra Btp e Bund tedesco si restringe sotto 145 punti base con il decennale italiano che rende l’1,45%: prevale la distensione generale diffusa nei mercati. L’euro è in rialzo sui mercati asiatici nei confronti delle valute americana e giapponese: un altro segno della scommessa a favore di un risultato favorevole al Vecchio continente. La moneta unica europea viene indicata a 1,1353 dollari (+7,3 cent) e a 118,82 yen (+1,30 yen). L’agenda macroeconomica, ricca in settimana, non presenta oggi dati significativi. Si registra la crescita dello 0,4% dei prezzi alla produzione in Germania di maggio, mentre su anno si registra un calo del 2,7 per cento.
In mattinata, la Borsa di Tokyo ha segnato un balzo del 2,34% a un passo da 16mila punti. In ripresa i titoli delle società esportatrici, tranne Mitsubishi Motors dopo l’allargamento dello scandalo dei test truccati ad altri modelli (sia pure non più venduti) e l’annuncio della contabilizzazione in perdita di 50 miliardi di yen per compensare gli utenti ingannati dai dati abbelliti sull’efficienza energetica dei motori. Dal fronte macroeconomico si è registrato ancora un calo, per l’ottavo mese consecutivo, dell’export giapponese: a maggio le esportazioni sono scese dell’11,3% in volume, a causa del crollo sul mercato cinese (-14,9%) e sul mercato Usa, dove la diminuzione è stata del 10,7%.
L’attenuarsi del timore di una Brexit si fa sentire anche sulle materie prime: il prezzo del petrolio torna a risalire. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti guadagnano 47 cent a 48,45 dollari e quelli sul Brent salgono di 43 cent a 49,60 dollari al barile. Discorso opposto per l’oro, che è in ribasso in avvio di settimana: perde il ruolo di bene rifugio premiato dall’idea di uno shock dalla Gran Bretagna e cede l’1,4% a 1.280 dollari l’oncia.