• 21 Settembre 2024 19:38

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Il rischio ora è il contagio in famiglia, oltre 100mila gli italiani da tenere sotto controllo

Mar 24, 2020

la diffusione del virus

I protocolli previsti per i positivi al Covid in isolamento domiciliare prevedono delle misure specifiche molto dettagliate e stringenti non sempre facili da rispettare

di Marzio Bartoloni

24 marzo 2020


default onloading pic
(REUTERS)

3′ di lettura

Le misure sempre più stringenti della quarantena hanno ridotto al massimo le interazioni sociali e lavorative. Il rischio ora è che la catena dei contagi al Covid-19 continui dentro le case dove ci sono quasi 25mila italiani positivi in isolamento domiciliare a cui si aggiungono almeno altri 80mila in quarantena perché venuti a contatto con contagiati. Senza contare i tantissimi positivi non censiti perché con lievi sintomi o addirittura asintomatici. Il nuovo rischio si chiama contagio intrafamiliare ed è la mina vagante da tenere sotto controllo e su cui dovranno vigilare medici di famiglia e le nuove unità speciali che le Regioni stanno lentamente attivando per monitorare i casi a domicilio.

Il rischio del contagio intrafamiliare

A puntare il dito contro il rischio del contagio intrafamiliare è stato con chiarezza Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) della Protezione civile. È suo l’appello innanzitutto «a tutti i familiari degli oltre 23mila concittadini che sono positivi al coronavirus limitino sempre di più i contatti esterni per interrompete la catena di trasmissione del coronavirus». Per Locatelli ora più che mai è importante che la responsabilità individuale diventi responsabilità familiare: «Siamo arrivati al massimo delle misure di prevenzione del contagio in termini di attività sociali e lavorative – ha dichiarato Locatelli -. È importante adesso sottolineare un altro aspetto rilevante che inerisce al contagio interfamiliare: l’altro grande motore su cui può andare a innestarsi la diffusione epidemiologica del coronavirus. È quindi fondamentale quanto piu possibile nell’ambito dei contesti familiari implementare le misure stringenti di contenimento dei soggetti che sono risultati positivi». «È un altro sacrificio che si chiede al Paese ma è un sacrificio importante – continua Locatelli – perché altrimenti si rischia di perpetrare un meccanismo di diffusione del virus che nei contatti interfamiliari può trovare un’ulteriore alimentazione».

Difficile assicurare il distanziamento a casa

A sottolineare come il rischio che la catena dei contagi continui a moltiplicarsi arriva anche da Giovanni Rezza direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di Sanità: «La sfida è quella

della trasmissione intra-familiare. Abbiamo centinaia di migliaia di persone in quarantena perché positive o a rischio di esserlo che in casa non riescono a garantire il distanziamento necessario». In effetti i protocolli previsti per i positivi al Covid in isolamento domiciliare prevedono delle misure specifiche molto dettagliate. Non proprio facili da rispettare. In particolare si prescrive di collocare il positivo al Covid in una stanza singola ben ventilata, di limitare il numero di coloro che entrano in contatto «in particolar modo bambini, anziani o persona con problemi di salute». Non solo: i membri della famiglia dovrebbero stare in una stanza diversa o, se ciò non è possibile, mantenere una distanza di almeno 1 m dal soggetto con cautele come quella di dormire in un letto separato. Un’eccezione può essere fatta per una madre che allatta che dovrebbe indossare una maschera medica «quando è vicino al suo bambino ed eseguire un’igiene accurata delle mani prima di entrare in stretto contatto con il bambino». infine vanno limitati i movimenti del soggetto e ridurre al minimo lo spazio condiviso, assicurandosi «che gli spazi condivisi (ad es. Cucina, bagno) siano ben ventilati». Si tratta di misure appunto non proprio facili da rispettare. Tanto è vero che alcuni pazienti Covid hanno scelto la quarantena in caserme o nei primi alberghi che cominciano ad essere requisiti per questa funzione.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close