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Coronavirus, Goldman Sachs pronostica un 2020 in recessione del 3,4 per cento in Italia

Mar 17, 2020

MILANO – L’Italia falcidiata dal coronavirus sarà anche il Paese a soffrire maggiormente le conseguenze economiche dell’epidemia. Mentre il governo era impegnato a limare il decreto da 25 miliardi con aiuti per famiglie e imprese, il team europeo della banca d’affari americana Goldman Sachs provava a stimare l’impatto sul Pil dei principali Paesi dell’Eurozona derivante dal blocco delle attività a causa COVID-19.

Per l’Italia, con tutte le cautele di una situazione in continua evoluzione e lontana dalla soluzione, non è uno scenario rassicurante: secondo Goldman saremo il Paese a che pagherà il prezzo più alto con una contrazione della ricchezza nazionale del 3,4 per cento nel 2020. La precedente previsione era di una crescita del +0,2%. Previsto un rimbalzo invece del Pil del +3,5% nel 2021 rispetto al +0,7% della stima precedente. Numeri che arrivano in un contesto di iper-pessimismo per le stime sul prossimo futuro economico. Anche S&P e Morgan Stanley, infatti, hanno rilasciato studi e dichiarazioni al ribasso: dall’agenzia di rating dicono che “la recessione è già qui” e prevedono una crescita mondiale annua all’1-1.5%, mentre dalla banca Usa preventivano uno “shock materiale all’economia globale” e che “questa volta sarà peggio della recessione globale del 2001”.

Nelle nuove stime pubblicate da Goldman Sachs si ipotizza per l’Eurozona una contrazione complessiva dell’1,7 per cento, per quest’anno, seguita da un rimbalzo del 3,5% il prossimo. Riguardo in particolare ai primi due trimestri, Goldman Sachs vede una contrazione dell’Eurozona dell’1% nel primo e del 3% nel secondo. Per quanto riguarda le altre principali economie dell’area, il rapporto prevede una contrazione dell’1,9% per la Germania, dello 0,9% per la Francia e dell’1,3% per la Spagna con recuperi nel 2021 rispettivamente al 3,6%, al 3% e al 4,3%.

Gli analisti si attendono ulteriori misure a livello europeo, delle quali si è già visto un anticipo con la revisione della valutazione degli aiuti di Stato. Fino ad ora, è il giudizio di Goldman, la risposta “fiscale” dell’Eurozona è stata limitata e sembrano ancora troppo basse le possibilità di una ampia condivisione dei rischi per finanziare misure di simolo. Fuori dal report, un ennesima sottolineatura della mancanza di uno strumento – gli Eurobond – in grado di raccogliere denaro a condizioni favorevoli. Inoltre, la Bce ha dato vita a misure mirate nella sua ultima riunione ma per Goldman dell’altro dovrà arrivare: più acquisti del Qe, un taglio dei tassi di 10 punti base e condizioni ancor più favorevoli per l’accesso alla liquidità.

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