MILANO – L’Italia falcidiata dal coronavirus sarà anche il Paese a soffrire maggiormente le conseguenze economiche dell’epidemia. Mentre il governo era impegnato a limare il decreto da 25 miliardi con aiuti per famiglie e imprese, il team europeo della banca d’affari americana Goldman Sachs provava a stimare l’impatto sul Pil dei principali Paesi dell’Eurozona derivante dal blocco delle attività a causa COVID-19.
Per l’Italia, con tutte le cautele di una situazione in continua evoluzione e lontana dalla soluzione, non è uno scenario rassicurante: secondo Goldman saremo il Paese a che pagherà il prezzo più alto con una contrazione della ricchezza nazionale del 3,4 per cento nel 2020. La precedente previsione era di una crescita del +0,2%. Previsto un rimbalzo invece del Pil del +3,5% nel 2021 rispetto al +0,7% della stima precedente. Numeri che arrivano in un contesto di iper-pessimismo per le stime sul prossimo futuro economico. Anche S&P e Morgan Stanley, infatti, hanno rilasciato studi e dichiarazioni al ribasso: dall’agenzia di rating dicono che “la recessione è già qui” e prevedono una crescita mondiale annua all’1-1.5%, mentre dalla banca Usa preventivano uno “shock materiale all’economia globale” e che “questa volta sarà peggio della recessione globale del 2001”.
Gli analisti si attendono ulteriori misure a livello europeo, delle quali si è già visto un anticipo con la revisione della valutazione degli aiuti di Stato. Fino ad ora, è il giudizio di Goldman, la risposta “fiscale” dell’Eurozona è stata limitata e sembrano ancora troppo basse le possibilità di una ampia condivisione dei rischi per finanziare misure di simolo. Fuori dal report, un ennesima sottolineatura della mancanza di uno strumento – gli Eurobond – in grado di raccogliere denaro a condizioni favorevoli. Inoltre, la Bce ha dato vita a misure mirate nella sua ultima riunione ma per Goldman dell’altro dovrà arrivare: più acquisti del Qe, un taglio dei tassi di 10 punti base e condizioni ancor più favorevoli per l’accesso alla liquidità.