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Coronavirus, l’odissea di Cristina e Javier sognando di tornare a casa

Mar 12, 2020

“Quando abbiamo capito che nessuno ci avrebbe aiutato abbiamo preso il primo volo per Bruxelles. Abbiamo passato la notte in aeroporto e ora andiamo a Francoforte, da lì forse c’è ancora un volo per Roma: speriamo di tornare a casa”. Cristina Filippi, 30 anni, è esausta. Parla dalla sala d’attesa del National, l’aeroporto di Bruxelles.

È ora di colazione. Cristina è con il suo fidanzato Javier Martinez: tornano da L’Avana via Madrid. Sono partiti la mattina di due giorni fa: ieri in Spagna sono rimasti bloccati insieme a centinaia di italiani dopo che tutte le compagnie aeree hanno sospeso i voli da e per un’Italia a cui vengono chiusi non i porti, ma gli aeroporti. “Abbiamo capito che qualcosa non andava al check in all’Avana”, spiega Cristina, in procinto di iniziare un dottorato in Italia, coronavirus permettendo. “La nostra linea aerea, Air Europa, ci ha detto che ci avrebbe condotto solo fino a Madrid, perché i voli tra Spagna e Italia erano stati annullati”.

Decidono comunque di partire e tornare a casa. “In Spagna abbiamo chiamato con gli altri italiani la Farnesina, ma ci siamo divisi perché abbiamo capito che non sarebbe arrivato nessun aiuto”. Sono ore febbrili all’aeroporto Barajas di Madrid. Oltre ai 30 provenienti dall’Avana ci sono altri italiani bloccati. La Farnesina consiglia di trovare al più presto un altro volo per Roma facendo scalo in un’altra città europea. Sul tavolo c’è anche l’opzione nave traghetto Grimaldi da Barcellona, ma non ci sono risposte certe. Ognuno deve arrangiarsi come può: Cristina e Javier cercano scalo a Zurigo, Parigi, Ginevra, ma non hanno la sicurezza che ci sarà un volo per Roma. Allora decidono di andare a Bruxelles a spese loro con la Brussels Airlines: c’è ancora un volo per Roma in programma il giorno successivo, cioè oggi. I ragazzi si imbarcano, atterrano in Belgio alle 20 di ieri sera, ma scoprono che il volo per Roma è stato cancellato.

Arriva lo sconforto, affiorano i nervi. “Solo dopo un po’ di insistenza ci spostano su un volo Lufthansa che da Bruxelles va a Francoforte e poi a Roma. Abbiamo dormito in aeroporto e ora andiamo in Germania, sperando che non cancellino anche questo volo”. Se tutto va bene Cristina e Javier dovrebbero atterrare in una Roma spettrale all’ora di pranzo. Degli altri italiani fermi a Barajas nessuna notizia. Ognuno con mezzi propri in attesa della Farnesina. “Nessuno ci dava informazioni chiare, era un caos”, conclude sconfortata Cristina in attesa di poter tornare a casa.

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