Decreti che si susseguono, nuove misure che spuntano ogni giorno, iniziative dei singoli vettori aerei. Per chi deve mettersi in viaggio in questi giorni di emergenza Coronavirus l’incertezza è tanta: fare le valige o no? Prepararsi a un quarantena in un Paese straniero o rimanere a casa? E come regolarsi con la compagnia aerea? Le domande arrivate alla nostra mail esperto.trasporti@repubblica.it sono diverse. Ne abbiamo selezionate alcune nel tentativo di dare una risposta a più persone possibile.
VOLARE DA O VERSO LE “ZONE ARANCIONI”
Il decreto dell’8 marzo, firmato nella notte tra sabato e domenica, ha imposto di “evitare ogni spostamento”, in entrata e in uscita da tutta la Lombardia più le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia. Chi vola da e per una di queste località ha diritto al rimborso del prezzo del biglietto, che deve essere chiesto alla compagnia aerea.
Lo prevede il decreto numero 9 del 2 marzo, secondo il quale chi parte o arriva “in un’area interessata dal contagio” può ottenere il rimborso del biglietto anche se la compagnia aerea non ha cancellato il volo. Il decreto non è chiarissimo: non specifica se per “area interessata” si intenda solo la zona rossa o anche quella gialla, ma alla luce dell’ultimo provvedimento, che “sigillla” Lombardia più undici province, non sembra davvero esserci alcun dubbio: chi non vuole volare per non mettere a rischio sé stesso né altre persone, non ci rimetterà un euro. La richiesta dev’essere fatta al vettore “allegando il documento di viaggio” entro 30 giorni dal volo. Di solito il rimborso si chiede compilando dei moduli online, ma questa è un’eccezione e i vettori aerei potrebbero non avere nulla di pronto da riempire. In quel caso consigliamo di presentare una richiesta sotto forma di reclamo (qui quello per Ryanair). Ricordiamo comunque che, in queste aree, gli aeroporti sono aperti e i voli verso queste destinazioni non sono stati toccati dai decreti governativi. Significa che la scelta di cancellare o meno il volo dipende dalla compagnia aerea.
Nessun problema per chi dovrà partire da un aeroporto in zone non toccate dal decreto dell’8 marzo, anche se per ragiungerlo dovrà passare per le zone arancioni (come una lettrice che dal Friuli Venezia Giulia deve guidare fino a Bologna, passando per Venezia e Treviso). Non è vietato il transito. Chi atterra in zona arancione potrà prendere l’auto e tornare a casa, anche se l’abitazione si trova – ugualmente – in zona arancione. Il decreto dice infatti che “è consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”.VOLO CANCELLATO
In caso di cancellazione vale quanto previsto dal regolamento europeo 261: spetta il rimborso (che deve essere erogato dalla compagnia aerea) oppure la possibilità di cambiare la data del viaggio senza pagare penali, fermo restando che l’eventuale differenza è comunque dovuta. Se il volo non viene cancellato, invece, alcune compagnie possono far pagare caro il cambio di data.
EVENTO ANNULLATO. E IL VOLO?
Il decreto del 2 marzo prevede rimborsi a chi doveva viaggiare per partecipare a eventi o manifestazioni “anche di carattere culturale, ludico,sportivo e religioso” annullate dalle autorità locali in ottemperanza del decreto del 23 febbraio. Una casistica nella quale rientrano molte persone che avrebbero dovuto partecipare a concerti, meeting, convegni etc. Diverso è il caso degli eventi annullati all’estero: un nostro lettore avrebbe dovuto raggiungere Dublino per la partita del 6 Nazioni di rugby; un altro ai campionati europei master di atletica leggera che sono stati annullati ma, naturalmente, non in virtù del decreto approvato dal governo italiano. Il nostro consiglio è quello di chiedere comunque il rimborso (la logica vorrebbe che venga concesso), ma le compagnie aeree potrebbero fare problemi a concederlo.
Un’altra lettrice ha prenotato un volo Bari-Torino per assistere al derby della Mole Juventus-Toro il prossimo 4 aprile. La Serie A si giocherà a porte chiuse per un mese, ma fino al 3 aprile. Dunque, in teoria dovrebbe avere la possibilità di entrare allo stadio. Se invece anche questa gara si dovesse giocare a spalti vuoti, si rientra nella casistica del decreto del 2 marzo: il rimborso del volo è dovuto. Perché pur non essendo un evento annullato, sospeso o rinviato, è comunque chiuso al pubblico. Stesso discorso per la maratona Roma-Ostia: evento annullato, rimborso dovuto.
CHI ABITA IN ZONA ROSSA
Qui è semplice: il decreto del 2 marzo prevede in modo chiaro che “residenti, domiciliati o destinatari di un provvedimento di divieto di allontanamento nelle aree interessate dal contagio” possono essere rimborsati senza problemi. Dunque la nostra lettrice che ha prenotato un Bergamo-Dublino che abita in una zona rossa – e tutti quelli come lei – dev’essere rimborsata senza alcun dubbio.
DESTINAZIONE: QUARANTENA
Un’altra situazione spiacevole riguarda gli italiani che hanno prenotato un viaggio verso un Paese che, pur consentendo loro lo sbarco, verranno messe in quarantena. È il caso ad esempio di Malta che, a oggi, chiede alle persone provenienti da Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna la quarantena volontaria. Il questo caso lo scopo del viaggio, qualunque esso sia, verrebbe meno. Solo che, di nuovo, il decreto del 2 marzo prevede rimborsi solo se il Paese di arrivo impedisce lo sbarco. La lettrice che ci ha scritto, ci informa che Ryanair non la rimborserà, sostenendo che l’aereo partirà comunque e che verrà sanificato. Per come è stato scritto il decreto, Ryanair ha ragione.
Un’altra lettrice vuole avere il rimborso per la tratta Bergamo-Tallinn “visto che l’Estonia ha anche introdotto la quarantena volontaria” per chi, come lei, viene dalla Lombardia. Anche in questo caso vale quanto detto prima: se non viene impedito lo sbarco, niente rimborso. Per tutti vale il consiglio di controllare il sito Viaggiare Sicuri che fornisce aggiornamenti in tempo reale sulle misure prese dagli altri Paesi in merito all’emergenza Coronavirus.
PASSEGGERI ANZIANI E SOGGETTI VULNERABILI
Una preoccupazione molto comune in questi giorni riguarda le persone anziane, più vulnerabili in caso di contagio al Covid-19. In diversi ci hanno scritto chiedendoci consiglio. Il decreto del 5 marzo raccomanda “a tutte le persone anziane o affette da patologie croniche o con multimorbilità ovvero con stati di immunodepressione congenita o acquisita, di evitare di uscire dalla propria abitazione o dimora fuori dai casi di stretta necessità e di evitare comunque luoghi affollati nei quali non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro,”. È evidente che in un viaggio in aereo, così come in aeroporto, la distanza di un metro sia difficile da mantenere.
Secondo il principio di precauzione le persone più anziane nei prossimi giorni dovrebbero evitare di volare. È vero, però, che il decreto del 2 marzo non prevede rimborsi in questo caso specifico. A meno che non si parta da un aeroporto in zona gialla o il Paese di arrivo non vieti lo sbarco agli italiani. L’opzione migliore, forse, è quella di spostare la data del viaggio. Un discorso molto simile vale anche per chi, malato e con difese immunitarie basse, non vuole imbarcarsi per paura di essere contagiato. Il buon senso detterebbe di rinunciare al volo, ma avere il rimborso sarà complicato.