ROMA – Quattro giorni di lavoro in più per supplire al rallentamento cinese causato dal coronavirus, ma soprattutto un robusto aumento non temporaneo della produzione che fa quasi ritornare la “vecchia” Candy ai numeri del passato, prima della delocalizzazione in Cina. Solo che la decisione arriva proprio dalla Cina, visto che poco più di un anno fa lo storico marchio di elettrodomestici è stato acquistato dal colosso cinese Haier. “A partire da giugno 2020 abbiamo deciso di trasferire la produzione di 100 mila lavatrici da incasso dalla Cina allo stabilimento di Brugherio. – spiega un portavoce di Haier – Questa decisione risponde alla maggiore flessibilità richiesta dal segmento degli elettrodomestici da incasso e maggiore vicinanza al cliente rispetto alla libera installazione, in quanto ordinando una cucina il consumatore si aspetta di ricevere tutti gli elettrodomestici contemporaneamente”. Insomma la Candy si avvia ad essere un caso di delocalizzazione al contrario: “Il trasferimento di questa linea di prodotti in Italia ridurrà la catena logistica e i tempi di consegna, migliorando la flessibilità nel processo di consegna ai nostri clienti”, spiegano ancora da Haier.
Nell’immediato, inoltre, l’emergenza coronavirus in Cina ha avuto come ripercussione in Italia la richiesta ai 430 operai della fabbrica nel cuore della Brianza di lavorare 4 giorni in più tra febbraio e marzo, visto che i loro colleghi cinesi sono stati costretti a rimanere fermi più del previsto dopo la pausa del Capodanno cinese. Brugherio produce lavatrici “intelligenti”, molte delle quali da incasso, per il mercato europeo, un modello analogo a quello prodotto a Jangmen, nel Sud della Cina. La città dista oltre mille chilometri da Wuhan, l’epicentro del contagio, ma il fermo in febbraio ha riguardato tutta la Cina.
“Per noi lavorare un po’ di più può essere un sollievo – spiega Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Brianza – per far crescere le retribuzioni, che sono basse: gli operai di Brugherio lavorano solo tre giorni a settimana, 24 ore. Certo però avremmo voluto che queste giornate in più fossero arrivate per una decisione di aumentare la produzione legata alla qualità del lavoro, e non per una disgrazia come quella del virus”, che peraltro adesso sta rallentando fortemente anche la produzione in Italia, in particolare in Lombardia.Se l’aumento di produzione tra febbraio e marzo è temporaneo, non lo è invece il piano pluriennale che prevede già per quest’anno il passaggio da 400 mila a 450 lavatrici, e l’anno prossimo l’aumento fino a 500 mila. “Per tornare a una produzione normale si dovrebbe arrivare intorno ai 600 mila pezzi. – spiega Occhiuto – Mi auguro che già l’anno prossimo si possa ragionare su queste cifre. Ci incoraggiano anche gli investimenti di Haier qui a Brugherio. A differenza dei proprietari italiani (la famiglia Fumagalli, ndr) che avevano delocalizzato, i vertici di Haier hanno deciso di potenziare da un lato le linee di produzione, e dall’altro il centro di ricerca e sviluppo”.
Infatti già lo scorso autunno il ceo di Haier Europe, Yannick Fierling, ha annunciato il trasferimento del quartier generale del Vecchio Continente da Parigi a Brugherio, e l’assunzione di una settantina di nuove figure professionali, dal marketing al settore ricerca e sviluppo. “Ci sembra che i nuovi proprietari cinesi tengano a questo sito, spero di non essere smentito dai fatti”, ribadisce Occhiuto. Prima di passare ad Haier Smart Home, Candy è appartenuta per tre generazioni alla famiglia Fumagalli, che negli ultimi anni aveva aperto fabbriche in Cina e concluso alleanze con player locali. Il prezzo di vendita stabilito, un anno e mezzo fa, è stato di 475 milioni di euro. La situazione a Brugherio era difficile da tempo, ma a ottobre, quando s’è capito che si andava verso un potenziamento della produzione, qualcuno ha cominciato a parlare di delocalizzazione al contrario La cassa integrazione adesso in vigore è stata confermata fino al 30 settembre di quest’anno.