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Borse nervose tra coronavirus e interventi delle Banche centrali. Milano affonda con le banche

Mar 2, 2020

MILANO – Ore 10:00. Gli investitori tornano ad affidarsi alle Banche centrali per tamponare la peggiore emorragia dei mercati dalla crisi finanziaria del 2008, scaturita dal timore globale per la diffusione del coronavirus e soprattutto dai suoi impatti sull’economia, e consentono alle Borse di rimbalzare in avvio di settimana. Una dinamica alla quale si sottrae Milano, che dopo un avvio promettente gira in rosso con le banche vendute.

Nonostante i dati macroeconomici descrivano una situazione parecchio compromessa, si allarga il coro degli istituti centrali che assicurano interventismo in caso di bisogno, dando ossigeno ai listini che macinano un recupero convinto. La giornata di scambi era iniziata ancora all’insegna della debolezza in Asia, poi la Banca centrale del Giappone ha garantito – come fatto dalla Fed – che agirà in maniera “appropriata” di fronte all’emergenza mondiale: è pronta a fornire ampia liquidità ai mercati finanziari di fronte ai segni di incertezza che essi hanno mostrato e sta seguendo da vicino l’impatto dell’epidemia di Coronavirus. La BoJ ha quindi assicurato che “si adopererà per fornire ampia liquidità e garantire stabilità nei mercati finanziari attraverso opportune operazioni di mercato e acquisti di attività”. “I mercati finanziari – ha detto – si sono recentemente comportati in modo instabile a causa della diffusione del nuovo coronavirus” il governatore Haruhiko Kuroda. L’istituto “seguirà da vicino i futuri sviluppi” di questa situazione. Non è l’unica istituzione a preannunciare interventi: è praticamente dato per fatto – spiega Bloomberg – il taglio dei tassi in Australia, tanto che i titoli decennali hanno toccato nuovi minimi di rendimento.

Secondo gli analisti contattati dall’agenzia Usa, questi fattori possono rimettere un po’ di appetito per il rischio tra gli investitori, che nei giorni scorsi avrebbero già prezzato con le forti cadute azionarie tutti i rischi di ribassi scatenati dalla malattia. Ora gli economisti di Goldman Sachs si aspettano che il virus generi una “contrazione globale di breve durata” sull’economia mondiale, che però porterà la Fed a tagliare i tassi nel primo semestre dell’anno. Una eventualità riconosciuta come plausibile da una stessa – rara – dichiarazione del governatore Jerome Powell, rilasciata venerdì.

In mezzo a queste considerazioni, le Borse europee trattano in recupero: Parigi sale del 2,2%, Madrid dell’1,8%, Francoforte dell’1,9% e Londra del 2,7 per cento. A Milano, Piazza Affari parte bene come le altre, poi inverte la rotta appesantita dal comparto bancario che viene ampiamente venduto: il Ftse Mib dopo un’ora cede lo 0,4%.

In mattinata già le Borse cinesi avevano rimbalzato con convinzione, aiutate pure dal fatto che i contagi da coronavirus hanno rallentato ai minimi da fine gennao. Sono però arrivati preoccupanti dati del Pmi manifatturiero, sceso ai minimi storici: è precipitato a 40,3 punti, dai 51,1 di gennaio e contro gli attesi 45,7 punti. Scendere nettamente sotto la soglia dei 50 punti siginifica entrare a pieno nel terreno di contrazione dell’economia. Sabato scorso l’Ufficio nazionale di statistica aveva reso noto che l’indice Pmi manifatturiero era sceso a 35,7 a febbraio, il livello più basso mai registrato, rispetto ai 50 punti di gennaio. Gli analisti si aspettavano che scendesse a 46 punti. Ciononostante, l’indice composito di Shanghai ha chiuso in rialzo del 3,15%, Shenzhen ha guadagnato il 3,77%. Guadagno convinto anche alla Borsa di Tokyo, dove la seduta era partita debole dopo il tracollo del 3,6% di venerdì: alla fine il Nikkei è salito dello 0,95% a quota 21.344,08, mentre il più ampio indice Topix ha guadagnato l’1% a 1.525,87 punti.

Lo spread tra Btp e Bund apre a quota 168 punti, in lieve calo rispetto alla chiusura a 170 di venerdì, giornata in cui il decennale ha toccato un top di 182 punti. Il rendimento si attesta all’1,08%. L’euro apre in rialzo sopra 1,10 dollari e cala lo yen. La moneta europea passa di mano a 1,1043 dollari e 119,56 yen. Dollaro/yen sale a 108,26.

Anche il petrolio rimbalza dopo che la scorsa settimana sia il Wti (-16%) sia il Brent (-13,6%) aveva accusato una contrazione in doppia cifra per i timori di una recessione globale: oggi il Brent sale del 3% nella consegna maggio a 51,13 dollari al barile, mentre il Wti nella scadenza aprile guadagna il 2,5% a 45,9 dollari al barile. Oltre alle evoluzioni del caso coronavirus, gli operatori guarderanno questa settimana al meeting dei grandi esportatori di greggio, Opec+, in calendario giovedì con il tema della riduzione della produzione sempre sul tavolo. Recupera due punti percentuali l’oro che riaggancia i 1600 dollari l’oncia.

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